LAMEZIA TERME Non sarà certo «la Bibbia», come dice Mario Oliverio, ma la delibera con cui sono state aumentate le tariffe di conferimento dei rifiuti è stata comunque discussa, approvata ed emanata dalla giunta regionale che lo stesso governatore presiede. Sembra superfluo ricordarlo, ma solo dopo l’articolo del Corriere della Calabria, che ha fatto insorgere molti amministratori locali contro un aumento che colpisce anche i più virtuosi, il presidente della Regione e l’assessore all’Ambiente hanno di fatto sconfessato un provvedimento che era stato (da loro stessi) licenziato il 25 luglio scorso e pubblicato sul Burc circa un mese dopo, senza che nessuna comunicazione ufficiale annunciasse e spiegasse le novità introdotte. Ad ogni modo, è probabile che nel confronto con i sindaci aperto dall’assessore Antonella Rizzo – dopo aver approvato la delibera, non prima – entrino anche delle scelte che, al di là delle tariffe, preoccupano non poco alcuni territori.
Nella Presila cosentina, zona in cui si trova la discarica di Celico, probabilmente non saranno contenti di ciò che si legge tra le pieghe burocratiche della ormai famigerata delibera 344. Il documento tecnico allegato all’atto, infatti, nel determinare le tariffe per il conferimento della frazione organica da raccolta differenziata, rivela che la Regione ha intenzione di adoperare, per il 2018, anche l’impianto per il trattamento dell’umido associato alla discarica. A tale proposito, il dipartimento Ambiente prevede un costo di gestione per il conferimento di 297mila euro che, pur essendo di proporzioni molto circoscritte rispetto agli altri impianti privati, palesa comunque la volontà politica di utilizzare quell’impianto di compostaggio.
Si tratta di una struttura che ha generato forti proteste in tutta la zona a causa del cattivo odore che ne proviene, tanto che nello stesso documento la Regione richiama in un passaggio le «difficoltà a poter utilizzare tutta la potenzialità dell’impianto privato di trattamento dell’organico da Rd di Celico, a seguito di continue lamentele da parte del territorio circostante». Lamentele che hanno indotto la Regione, lo scorso 20 giugno, a sospendere i conferimenti per 90 giorni. Un periodo di tempo che, con il blocco della discarica e dell’impianto, ha fatto respirare – quasi letteralmente – le popolazioni della zona, ma che sta per terminare con la scadenza del prossimo 20 settembre. Intanto il Tar ha rigettato la richiesta di sospendere il blocco avanzata dall’azienda che gestisce l’impianto e, dopo il rinvio del 22 agosto, i giudici amministrativi dovranno decidere nel merito il prossimo 11 ottobre. Ma il rischio, secondo molti, è che anche l’idea – circolata già da tempo e messa nero su bianco nella delibera 344 – di riattivare l’impianto di trattamento possa ricacciare la Presila in un incubo maleodorante.
Sergio Pelaia
s.pelaia@corrierecal.it
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