“Oh, Marcolino, qui tutto bene. Bene il lavoro, la famiglia, la salute. Eh, sì: anche chi mi vorrebbe vedere spalmato sulle ultime tavole, dovrà attendere un po’… I cagnolini? Loro stanno alla grande, grazie. Brando invecchia con sobrietà; Sophia pesa ancora – a 11 anni – 970 grammi; Gandhi, il gatto nudo, sta per coprirsi di quel millimetro di lanetta per l’inverno. Ah, sai che le piante, su in terrazza, quest’anno mi hanno riempito di frutta? Del resto, col caldo che c’è stato… Senti, Marco, che dici, la faccio aggiustare quella striscia fatta con la chiave da un bastardo sulla portiera lato passeggero della macchinina di Mamma? Temo che la pioggia possa produrre ruggine… E, dato che ci siamo, cambio il colore alle sbarre che ho fatto mettere nelle finestre di tutta casa o lascio questo grigio malva che mi piace tantissimo? Al Tuo consiglio tengo molto… Prima di salutarTi, volevo confermarTi che non butterò il mantello di visone di ZiaLina: lo faccio trasformare in sciallessa e penso di usarlo io. Quelle povere bestie non saranno morte inutilmente. E, a proposito di animali: te lo preparo un ragù di capra, per la prossima visita in Calabria? Lo mangiamo, coi maccarruni, a casa mia o dove vuoi Tu. Attendo Tua amicale risposta. Vediamoci presto e non dimenticarTi di me, mi raccomando. Anche come centralinista!!! Nino”
…
“Ah! Prima di chiudere la busta, vorrei segnalarTi che, con questa stessa confidenza – spesso anche mooooolto più arrogante, cafona e sgrammaticata – parlano di Te, Caro Ministro, decine di millantatori, che, da via Aschenez alle campagne della Piana di Gioia, dalle onde dello Jonio alle vette dell’Aspromonte, si appuntano sul petto medaglie, nastrini e pennacchi riguardanti presunte vostre amicizie così intime da sembrare carneuovobattutoepangrattato nella cotoletta alla milanese. Gentaglia che veste la giubba della politichella strapaesana; autisti e sciacquatrippe di trasparenti galoppini; cannevacanti vaganti come ciechi senza bastone. Ciurma. Che sa di esserlo, ma gioca a fare Cristoforo Colombo. Se ce la fai, libera nos. Per farla crescere, questa Calabria, di quella monnezza vogliamo liberarcene. Chissà, magari anche Tu…”
Avrà certamente altro a cui dedicare il proprio tempo e le proprie energie, il Ministro degli Interni, ma, visto che lo può fare, accetti il consiglio di verificare quanti siano i millantatori che veramente se lo appuntano al petto come una medaglietta della Madonna. E che, peraltro, diventano, di giorno in giorno, più sfacciati. Qualcuno, mi dicono, ha, addirittura, assicurato che se anche venisse denunciato per chissà quale sospetto di reato, il Palazzo (amico) riderebbe della denuncia stessa…
Si può?
… questa deriva mi ricorda il malcostume strisciante nella Capitale una decina di anni fa… Quando ogni mignotta era, a suo dire, una regina…
A dieci anni di distanza, LA Regina – l’Unica – si chiama ancora Elisabetta, ha soffiato su 90 candeline, parla inglese e ha un nipote bono come paneenutella!!!
Il resto è sparito in discarica.
fra me e me, Ministro. Senza offesa
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