PAOLA Il numero delle vittime di quella che è passata agli onori come la “fabbrica dei veleni” potrebbe crescere. La notizia è emersa nel corso del nuovo procedimento per le morti e gli avvelenamenti dei dipendenti dell’ex Marlane di Praia a Mare che si sta celebrando davanti al gip di Paola. Nell’udienza è stata presentata una richiesta di integrazione dell’incidente probatorio a seguito di alcune querele presentate dai familiari degli operai che avrebbero contratto malattie e poi sarebbero deceduti proprio per le esalazioni tossiche respirate all’interno della fabbrica.
Una richiesta che, se accolta, farebbe lievitare, appunto, il numero delle vittime dell’ex Marlane. Proprio per esaminare queste querele il gip di Paola ha rinviato a venerdì 8 settembre la nuova udienza in cui sarà con molta probabilità anche affidato l’incarico al professor Alessandro Gargini quale consulente del giudice. Sarà lui a dover effettuare due nuove perizie nell’area dell’ex stabilimento tessile. Si tratta di scavi e carotaggi per prelevare campioni di terreno e altro materiale sia all’interno della fabbrica che nella zona circostante che saranno poi analizzati. Inoltre sarà effettuata anche una nuova perizia medica per comparare gli esiti di quelle analisi con le malattie contratte e comprenderne il nesso di causalità. A questo proposito nel corso del nuovo procedimento saranno indicati anche i periti dell’accusa – rappresentata dalla Procura della Repubblica di Paola – e della difesa. Ricordiamo che il nuovo filone dell’inchiesta – coordinata dal procuratore capo Pierpaolo Bruni – nasce da un troncone del processo contro 12 dirigenti e responsabili dell’ex Marlane accusati a vario titolo di aver causato il disastro ambientale della zona dello stabilimento tessile e l’avvelenamento degli operai che lavoravano all’interno della fabbrica. Un processo conclusosi poi in primo grado nel dicembre del 2014 con l’assoluzione piena di tutti gli imputati ma ripartito poi in Appello a Catanzaro la cui sentenza è attesa per il 25 settembre.
Una storia lunga, quella dello stabilimento tessile praiese, che parte dal 1999 quando il primo filone d’indagine aperto dalla Procura della Repubblica di Paola cercò di comprendere cosa stesse succedendo in quella che si riteneva una delle principali aree industriali della nostra regione.
Dalle denunce di alcuni dipendenti della Marlane, infatti, emergeva un quadro allarmante di una serie di decessi legati alle pessime condizioni di lavoro in cui erano costretti ad operare all’interno dello stabilimento tessile di Praia a Mare. Un filone che però stava finendo nelle secche della Giustizia se non ci fosse stato un nuovo impulso alle indagini impresso dai vertici della Procura paolana, allora diretta dall’attuale procuratore capo di Vibo Bruno Giordano, che hanno consentito di aprire due ulteriori filoni d’inchiesta – uno nel 2006 e l’altro nell’anno successivo – poi confluiti tutti nell’indagine madre che ha portato al processo contro tredici persone. Tutte accusate a vario titolo di omicidio colposo plurimo, lesioni gravissime e disastro ambientale.
Ora il nuovo capitolo che potrebbe riaprirsi dopo questo procedimento in corso davanti al gip di Paola.
Roberto De Santo
r.desanto@corrierecal.it
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