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Gli archeologi: «Segnaleremo la fatwa di Pagano alla Procura»

CATANZARO «Può un soprintendente del ministero dei Beni culturali interdire un libero professionista dal proprio lavoro? No, se non vi è un contenzioso giudiziario già aperto e soprattutto se l’inc…

Pubblicato il: 11/09/2017 – 14:44
Gli archeologi: «Segnaleremo la fatwa di Pagano alla Procura»

CATANZARO «Può un soprintendente del ministero dei Beni culturali interdire un libero professionista dal proprio lavoro? No, se non vi è un contenzioso giudiziario già aperto e soprattutto se l’incarico professionale non è affidato dalla Soprintendenza in questione ma da privati. Invece questo è successo a Margherita Corrado, stimata archeologa di Crotone che da anni lavora come libero professionista e che ha più volte coraggiosamente criticato gli scempi edilizi a danno del patrimonio». È quanto afferma in una nota l’Associazione nazionale archeologi. «Da ultimo – prosegue la nota – quello di Punta Scifo (bungalow e piscine costruiti sopra un’area archeologica), che ha fatto finire sotto indagine il soprintendente Mario Pagano; il quale ha replicato con una circolare in cui vieta l’affidamento alla Corrado di incarichi professionali direttamente conferiti o sottoposti a valutazione dalla Soprintendenza. Margherita Corrado non è una dipendente del ministero dei Beni culturali e non ha, al momento, alcun incarico professionale da parte della Soprintendenza. Anche lei lavora, come la maggior parte dei professionisti e delle imprese archeologiche in Italia, soprattutto su incarico di istituzioni o privati, per attività di archeologia preventiva o di recupero sulle quali le Soprintendenze esercitano una funzione di controllo e di direzione scientifica. Un’attività che quindi dovrebbe rispettare il libero mercato e che invece sembra ancora intrappolata in una sorta di regime feudale, come dimostra la pretesa di un dirigente pubblico di interdire un professionista dalle proprie attività, come se fosse un suo sottoposto. In molti, tra colleghi e istituzioni, hanno già espresso solidarietà a Margherita Corrado, vittima di ritorsione per aver coraggiosamente denunciato un abuso edilizio». «Per l’Associazione nazionale archeologi – conclude la nota – non si tratta soltanto di un atto immorale, ma di un vero e proprio abuso d’ufficio; per questo non ci limiteremo alle semplici parole di solidarietà, ma segnaleremo la questione alla Procura della Repubblica e agli altri Enti interessati, per verificare la legittimità di un atto di questo genere».

 

LA PETIZIONE ONLINE Nel frattempo si è mosso anche il popolo del web, lanciando un appello sulla famosa piattaforma change.org. “Sosteniamo Margherita, punita per aver salvato ‘I Caraibi d’Italia’ da uno scempio edilizio”, questo il nome della petizione che in pochi giorni ha già raccolto 3mila firme. «Margherita Corrado è un’archeologa che in contesto difficile ha avuto il coraggio di denunciare un disastro ambientale: ora per ritorsione le viene impedito di lavorare. Facciamole sapere che non è sola. Ministro Franceschini, intervenga!». È l’incipit del testo in cui viene raccontata la vicenda dell’archeologa denunciata prima per diffamazione e a cui poi è stato impedito di lavorare, con un invito ad apporre una firma per non lanciare solo un appello al ministro Franceschini ma soprattutto per non lasciare solo Margherita. Sui sociale, inoltre, viene usato anche l’hashtag #fermiamoquestoSCIFO.

 

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