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Gratteri: «Le intercettazioni? Economiche e garantiste»

CAMOGLI Le intercettazioni, e soprattutto la sua riforma, hanno tenuto banco al Festival della Comunicazione di Camogli. Protagonisti il procuratore capo della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratt…

Pubblicato il: 11/09/2017 – 13:50
Gratteri: «Le intercettazioni? Economiche e garantiste»

CAMOGLI Le intercettazioni, e soprattutto la sua riforma, hanno tenuto banco al Festival della Comunicazione di Camogli. Protagonisti il procuratore capo della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, e l’ex magistrato di “Mani pulite”, Gherardo Colombo. Fivedabliu.it ne riporta il botta e risposta tra i due in risposta alle affermazioni del ministro della Giustizia Andrea Orlando sul ddl il quale ha affermando che «questo non sarà questo il testo finale della riforma». Gratteri, che nel 2014 era presidente della Commissione per l’elaborazione di proposte normative in tema di lotta alla criminalità, ricorda come «si era previsto di dare forza alle Procure bilanciando il provvedimento con il divieto di pubblicare intercettazioni che non riguardassero il corpo del capo d’imputazione». Tenere fuori la vita privata dai verbali, insomma. Un argomento che il procuratore usa anche per lanciare delle frecciatina ai giornalisti. «I giornali si vendono se si parla di corna e vivono di gossip e queste emergono dalle intercettazioni. E questa – spiega – è gogna mediatica».
«Con il riassunto – aggiunge Gratteri – si complicata la vita sia dal punto di vista probatorio, sia di chi si deve difendere. Ogni trascrizione deve essere inserita integralmente nella richiesta di custodia cautelare, altrimenti si avrà un maggiore potere discrezionale del pubblico ministero». Anche dal punto di vista economico Gratteri predilige questo metodo investigativo rispetto ad altri. «È il mezzo più economico e garantista che ci sia al momento – dice il procuratore -. Per il pedinamento ad oggi non ci sono i soldi per pagare gli straordinari mentre intercettare un telefono costa un euro al giorno».
Molto diversa invece la posizione di Colombo, che ha espresso numerose perplessità sulle teorie di Gratteri. In particolare, per l’ex magistrato le intercettazioni «sono uno strumento equivocabile soprattutto per le trasformazioni del parlato in scritto». «Si perderebbe capacità investigativa – ha concluso Colombo -, dunque bisognerebbe cercare la prova in altro modo, magari attraverso un’indagine patrimoniale».   

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