CELICO «Sono davvero tante le questioni che non rendono chiaro e trasparente il percorso per arrivare alla chiusura definitiva della discarica di Celico». Lo afferma il comitato ambientale presilano, che per questo tenta di fare il punto «dopo un’estate finalmente priva di odori molesti, grazie alla sospensione dei conferimenti pubblici e privati nella discarica di Celico». Una decisione «assunta dalla Regione dopo l’incontro con i Sindaci e il CAP per verificarne difformità alle normative vigenti e impatto sul territorio» informano gli attivisti, contro cui la Mi.Ga. srl ha presentato ricorso al TAR, citando in giudizio Palazzo Alemanni, la Regione e i Comuni di Lappano, Rovito, Celico e Spezzano della Sila, con annessa richiesta di risarcimento di 1 milione di euro. «Nel mentre – si legge nella nota del comitato – i Comuni hanno deciso di incaricare un pool di legali e di tecnici di fiducia. La squadra è al lavoro, ed ha: richiesto e ottenuto dalla sezione del Tar il rinvio della prima udienza nel merito del ricorso di cui sopra (ora prevista per l’11 ottobre), ha chiesto al TAR di accorpare i diversi giudizi che riguardano la questione (quello del Comune di Rovito e del Cap e l’ultimo di cui sopra) ma ad oggi non ha ancora ottenuto risposta; ha richiesto informazioni sulla strategia legale intrapresa dalla regione Calabria per cercare di giungere ad una forma di coordinamento e per spingere affinché la Regione revisioni le posizioni precedentemente assunte in sede giudiziaria». Inoltre, informano gli attivisti, il pool di legali messo insieme dai Comuni ha «richiesto al Dipartimento Ambiente di predisporre una serie di verifiche relative alla questione dell’impatto olfattivo dell’impianto e di controlli sulle matrici acqua e suolo», mentre i sindaci si apprestano a chiedete il rinnovo del provvedimento di sospensione dei conferimenti per altri 90 giorni, di modo da consentire di effettuare monitoraggi e controlli nei tempi necessari. «Quello che non ci è chiaro, invece – mettono nero su bianco gli ambientalisti – è come la Regione Calabria stia portando avanti i lavori della commissione annunciata nell’incontro di cui sopra, ma anche gli eventuali atti – tecnici e politici – propedeutici alla chiusura». Il nodo – spiegano – è «la delibera regionale n. 344 sulle tariffe dei rifiuti, che inserisce nella tabella per il computo della tariffa dell’organico l’impianto di compostaggio di Celico, presentando per esso un costo di gestione, relativo all’anno 2018, di 297.000 euro. Inoltre ci riferiamo anche all’aumento delle royalties per il comune sede di impianto, quindi Celico e da poco estese, potenzialmente, anche al Comune di Rovito». Per il comitato «la Regione Calabria deve ritirare l’Autorizzazione Integrata Ambientale a quest’impianto, che ha devastato il paesaggio e il territorio presilano e che ha reso irrespirabile, per migliaia di cittadine e cittadini, la migliore aria del mondo».
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