REGGIO CALABRIA C’è la scure dell’Antitrust alle modifiche apportate dal consiglio regionale sulla normativa in materia di Bed and breakfast. Rispondendo all’eccezione sollevata dal dipartimento Affari regionali presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del Mercato, Giovanni Pitruzzella bolla come «anticostituzionali» le limitazioni all’esercizio dell’attività di B&b introdotte nel luglio scorso da Palazzo Campanella. Sotto la lente dell’Antitrust, in particolare, l’articolo 2 della legge regionale n.25 del 5 luglio 2017 che limita la portata dell’attività riducendola a prestazione occasionale con caratteristiche non imprenditoriali e inoltre riduce la portata ricettiva degli esercizi. Due aspetti che, secondo il giudizio dell’Autority, sarebbero contrari ai principi nazionali e comunitari in materia di concorrenza tanto da ritenersi incostituzionali.
Un giudizio che viene salutato positivamente dall’ex consigliere regionale Giuseppe Mangialavori primo firmatario della proposta di riforma sui B&b e sugli esercizi di affittacamere. Riforma prima approvata il 27 gennaio dal Consiglio regionale, ricorda Mangialavori e poi modificata a luglio.
«A distanza di tanti mesi – scrive in una nota Mangialavori – le motivazioni politiche a sostegno di tale decisione non sono mai state esplicitate dall’attuale maggioranza che governa la Regione. Meno che mai la ragione per cui la revoca della riforma sia stata direttamente trattata in seno al consiglio regionale (anziché mediante preventivo esame della Commissione)».
«Sta di fatto che l’Autorità garante della concorrenza e del mercato – sottolinea – con apposita nota alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per gli Affari regionali (pubblicata su Bollettino n. 34 dell’11 settembre 2017) ha formalmente comunicato che: “Le suddette disposizioni della legge regionale n. 25/2017 sono da ritenersi in contrasto con i principi nazionali e comunitari in materia di concorrenza”».
Secondo Mangialavori, «in pratica, la revoca della riforma da me proposta e già approvata dall’assise regionale è stata giudicata illegittima. E ciò sulla base di due argomentazione. La prima: per i limiti posti all’esercizio dell’attività ricettiva di che trattasi, che attualmente può essere svolta solo in via occasionale o saltuaria, senza carattere di imprenditorialità. La seconda: “La norma comporta una riduzione della portata ricettiva rispetto alla disciplina precedente” (questione che era stata superata in maniera netta dalla riforma da me proposta). Insomma – conclude – anche l’Antitrust da’ atto del fatto che era stata approvata una buona legge di riforma e che sia stata una pessima (e illegittima) idea abrogarla».
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