CATANZARO È stata fissata per il prossimo 10 ottobre l’udienza preliminare a carico degli imputati coinvolti nel procedimento “Bordeland” condotto dalla Dda di Catanzaro contro la cosca Trapasso di Cutro, localizzata principalmente nei territori compresi tra San Leonardo di Cutro e Cropani, con ramificazioni anche a Catanzaro e fuori regione: Reggio Emilia, Parma e Verona. A chiedere il rinvio a giudizio di 62 persone, il procuratore capo Nicola Gratteri, l’aggiunto Vincenzo Luberto e il sostituto procuratore Vincenzo Capomolla.
Si tratta di Giovanni Trapasso, Vincenzo Trapasso, Leonardo Trapasso, Tommaso Trapasso, Giuseppe Trapasso, Gregorio Aiello, Salvatore Aiello, Antonio Bianco, Vito Borelli, Raffaele Bubbo, Pier Paolo Caloiro, Gianluca Colosimo, Giovanni Colosimo, Massimo Coosimo, Alex Correale, Alessandro Cosco, Stefano Roberto Cosco, Maurizio De Fazio, Domenico Esposito, Rosetta Esposito, Rosario Falsetti, Francesco Greco, Luigi Greco, Klodian Hymeti, Giuseppe Graziano Macrì, Antonio Mancuso, Giuseppe Mancuso, Eliseo Mancuso, Vincenzo Niutta, Gianfranco Palaia, Giuseppe Palaia, Giuseppe Quintino, Rolando Russo, Francesco Talarico, Giovambattista Talarico, Pasquale Talarico, Vincenzo Talarico, Antonio Taverna, Carmine Taverna, Francesco Tropea, Giuseppe Tropea, Renzo Tropea, Vincenzo Tropea, Antonio Viscomi, Massimo Zofrea, Salvatore Stanizzi, Carmine Falbo, Gino Talarico, Antonio Gallo, Emanuele Valenti Carcea, Domenico Iaquinta, Domenico Falcone, Salvatore Scandale, Filomena Muto, Riadh Ben Salah, Monica Pezzano, Rinaldo Dolce, Giuseppe Gareri, Vincenzo Lucente, Antonio Maiolo.
L’ASSOCIAZIONE Le accuse sono di associazione per delinquere di stampo mafioso, di cui è considerato capo promotore e organizzatore Giovanni Trapasso, accusato di gestire «anche in prima persona le attività delittuose cui egli concorre», tra le quali il controllo delle attività economiche, in ambito turistico, in ambito commerciale, in investimenti immobiliari, in intestazioni fittizie di società, con il reimpiego dei guadagni illeciti.
Leonardo Trapasso, detto Nanà, figlio di Giovanni, riveste secondo l’accusa un ruolo diplomatico nei rapporti con le altre consorterie e in più coordina e sovrintende la gestione i villaggi turistici Carrao e Riviera del Sole. Non solo. Nanà Trapasso avrebbe interferito nell’ambito della pubblica amministrazione mediate un patto stipulato con Francesco Greco. Un patto che finalizzato alla elezione di Greco e alla acquisizione della carica di vicesindaco.
A rappresentare il clan nelle riunioni di ‘ndrangheta e nei rapporti con la “casa madre” di Cutro, ossia con la cosca capeggiata da Nicolino Grande Aracri, c’è Tommaso Trapasso che ha funzioni di cassiere della consorteria e capo delle attività finanziarie ed economiche anche fuori regione. La cosca, secondo l’accusa, si avvale anche dell’articolazione Tropea/Talarico operante a Cropani Marina e guidata da Giuseppe Tropea e Francesco Talarico.
L’IMPOSIZIONE DELLE SLOT MACHINE Gli imputati sono accusati, a vario titolo di estorsione e di illecita concorrenza con minaccia o violenza per avere costretto i gestori di un bar ad installare le macchinette da gioco fornite dalla ditta di Massimo Zofrea, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo. Altri reati contestati sono violenza privata, reati in materia di armi ed estorsioni nei confronti di imprenditori.
I LAVORI AL CAMPO SPORTIVO Leonardo Trapasso e Raffaele Bubbo sono accusati di avere costretto un imprenditore che aveva ottenuto l’appalto per la sistemazione del campo sportivo “Mimmo Caligiuri” di Petronà (per un importo di 140mila euro) a corrispondere una somma di denaro pari al 3% dell’importo dell’appalto aggiudicato e affidare parte dell’esecuzione dei lavori e la fornitura dei materiali edili ad imprese indicate da Bubbo e da tale Micu, non ancora identificato. In cambio avrebbero garantito la tranquillità e la sicurezza dei lavori.
UN’ECONOMIA CONDIZIONATA Risulta condizionata l’economia del territorio. Si va dall’imprenditore al quale vengono sottratti mezzi per ripagare un preteso debito, alla richiesta di somme di denaro, fino a decidere quali venditori di cocco erano autorizzati sulle spiagge di Steccato di Cutro nei villaggi controllati dai Trapasso. La paura nei confronti della cosca secondo i magistrati è anche dimostrata dalle accusa di favoreggiamento personale, condotte reticenti nel confessare di esser vittime di estorsione e di usura. In tutto l’accusa ha riconosciuto 23 persone tra le parti offese.
Il 10 ottobre le parti si troveranno davanti al gup che dovrà decidere per i rinvii a giudizio. Nel collegio difensivo, tra gli altri, gli avvocati Luigi Falcone, Gianni Russano, Pietro Pitari, Salvatore Iannone, Romolo Villirillo, Lanfranco Calderazzo, Giancarlo Pittelli, Carlo Petitto, Aldo Casalinuovo, Salvatore Staiano, Pietro Funaro, Gregorio Viscomi, Antonio Lomonaco, Concetta Stanizzi, Nicola Cantafora, Massimo Scuteri.
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