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Duecento milioni di interventi contro lo "sfasciume"

RENDE Il primo, vero tavolo tecnico che segue l’apertura del “Cantiere Calabria” è incentrato su un tema delicatissimo. E centrale (anche) nell’ambito delle politiche di sviluppo del territorio: il…

Pubblicato il: 14/09/2017 – 16:42
Duecento milioni di interventi contro lo "sfasciume"

RENDE Il primo, vero tavolo tecnico che segue l’apertura del “Cantiere Calabria” è incentrato su un tema delicatissimo. E centrale (anche) nell’ambito delle politiche di sviluppo del territorio: il rischio idrogeologico in Calabria. I devastanti incendi che hanno attraversato ogni angolo della regione hanno lasciato un segno profondo, una ferita che ancora sanguina e rende insonni le notti di chi è chiamato a intervenire in caso di emergenza. Ma le strategie messe in campo per contrastare gli effetti di eventi atmosferici e ambientali avversi sono in corso.
Non si può certo affermare che i territori siano già stati messi in sicurezza. Ma la programmazione messa in campo dal settore “governato” dal professor Francesco Russo, assessore regionale alla Logistica, lascia trasparire una sensazione non del tutto negativa. Anzi…
Il dato principale enucleato dal docente universitario (prestato in veste di tecnico alla politica) è il seguente: la Regione è passata dalla fase di proposta a quella di attuazione dei piani e dei programmi operativi di prevenzione e adeguamento ai rischi. La concentrazione massima è stata dirottata su tre aspetti in particolare: vulnerabilità, pericolosità ed esposizione del territorio. E in questa direzione la giunta regionale intende raccogliere i frutti nella seconda parte del suo mandato.
Al confronto tra esperti sul tema “Calabria sicura: riqualificazione e messa in sicurezza del territorio” la convergenza sulla necessità di dare esclusività ai programmi di salvaguardia è stata netta. E in particolare per ciò che riguarda l’adeguamento delle strutture pubbliche al rischio sismico, una tra le questioni irrisolte degli ultimi vent’anni. All’insediamento della giunta, ha spiegato Russo, solo 6 scuole su 100 in Calabria si presentavano affidabili e sicure. Ora la percentuale è in netta crescita e a breve si potrà arrivare a oltre il 50%. Ma l’obiettivo è raggiungere la copertura totale degli istituti scolastici. Come? Attraverso il convogliamento delle risorse su piani concreti che vadano ad affiancare le iniziative già messe in campo in tema di contrasto all’erosione costiera e all’eliminazione dei fattori di rischio idrogeologico riferibili in particolare alle alluvioni. Ovviamente, si tratta di un settore particolarmente delicato e con normative farraginose che vanno semplificate per ottimizzare tutti gli sforzi.
All’incontro hanno fornito il proprio contributo non soltanto tecnici di chiara fama (docenti universitari calabresi e non) ma anche politici “puri”; soggetti, cioè, chiamati a legiferare e incidere anche con il governo centrale perché le istanze della Calabria trovino accoglimento.
Le esigenze maturate nel corso dell’incontro, sulla scorta dei vari interventi: mettere gli amministratori locali in condizione di progettare interventi di salvaguardia attraverso fondi certi; ridare centralità alle Province (ormai private di ampi poteri di gestione dei territori), riportare nel cuore del dibattito nazionale la posizione strategica della Calabria nell’ambito del contesto mediterraneo affinché proprio da qui si inneschino processi virtuosi di buone pratiche a difesa e valorizzazione del territorio. Obiettivi che rientreranno nell’agenda dell’assessore Russo e della struttura speciale sul rischio idrogeologico che, diretta dall’ingegnere Carmelo Gallo, nell’arco di due anni appena è riuscita a invertire rotta in chiave di realizzazione degli interventi messi a cantiere per un importo di circa 220 milioni di euro.
«Dobbiamo rendere sicura la nostra regione – ha detto in conclusione Russo – soprattutto ora che si registrano record di afflussi turistici: chi viene qui deve sapere che viene in un territorio sicuro». Non più lo “sfasciume pendulo sul mare” raccontato dalla penna di Giustino Fortunato né l’aspra terra “dei pastori in Aspromonte, d’inverno, quando i torbidi torrenti corrono al mare, e la terra sembra navigare sulle acque” cantata da Corrado Alvaro nei suoi celebri racconti.

p. p. cam.

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