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Forza Italia frena sull'espulsione di Graziano

LAMEZIA TERME Nulla di fatto, per ora. Il coordinamento regionale di Forza Italia, che oggi avrebbe dovuto decidere sull’eventuale espulsione dal partito di Giuseppe Graziano, è stato rinviato alla…

Pubblicato il: 14/09/2017 – 16:03
Forza Italia frena sull'espulsione di Graziano

LAMEZIA TERME Nulla di fatto, per ora. Il coordinamento regionale di Forza Italia, che oggi avrebbe dovuto decidere sull’eventuale espulsione dal partito di Giuseppe Graziano, è stato rinviato alla prossima settimana. Ufficialmente, la sconvocazione della riunione voluta da Jole Santelli è motivata dall’inizio, domani a Fiuggi, della sesta edizione de “L’Italia e l’Europa che vogliamo”, la manifestazione organizzata dal presidente del Parlamento europeo, tra i possibili candidati premier in caso di vittoria del centrodestra alle prossime politiche, Antonio Tajani. Ci saranno di certo il vicecoordinatore regionale Nino Foti e il consigliere regionale Mario Magno; e così i vertici azzurri, dopo un fitto scambio di telefonate e di messaggi, hanno sfruttato l’occasione per posticipare il redde rationem e riflettere ancora qualche giorno prima di procedere in un senso o in un altro.
Se nelle ore successive alla rielezione del segretario-questore, accusato di aver inciuciato con il centrosinistra per ottenere i voti necessari alla riconferma nell’Ufficio di presidenza, il sentimento dei maggiorenti azzurri andava nella direzione dell’espulsione senza se e senza ma, adesso le cose stanno diversamente.
Le implicite ammissione di due big di come Wanda Ferro e Alessandro Nicolò circa l'”accordo” istituzionale siglato tra Fi e Pd, orientato a garantire i voti per l’elezione della stessa Ferro alla vicepresidenza e di Mimmo Tallini alla segreteria, hanno cambiato le prospettive e suggerito di evitare lo scontro frontale con Graziano. Che ha giocato bene le sue carte anche davanti all’opinione pubblica: non ho chiesto voti al centrosinistra, l’accordo lo hanno fatto i vertici azzurri e non sono nemmeno riusciti a realizzarlo. Sarebbe difficile, insomma, giustificare la cacciata di Graziano facendo leva sulla sua presunta intelligenza col nemico.
Il vicecoordinatore provinciale di Fi viene accusato anche di non aver votato per Ferro malgrado la risoluzione finale del partito. Il voto mancante, dei sette che la candidata vicepresidente si aspettava, secondo i berluscones è proprio quello di Graziano. Che, dal canto suo, non ha mai fatto mistero di non condividere affatto le scelte di Fi, prese – a suo dire – da un organo illegittimo che, tra l’altro, non avrebbe tenuto conto del buon lavoro svolto dal segretario-questore nella prima parte di legislatura.
Come sempre avviene, sopra il terreno di battaglia volteggiano i falchi e le colombe. Tra i primi, ad esempio, c’è Tallini, che non ha esitato a definire Graziano un «servitore di Oliverio»; tra i secondi, invece, figura il vicesegretario Roberto Occhiuto. Quest’ultimo, in particolare, sarebbe al lavoro per tentare di ricucire gli strappi e riportare sia Graziano («se Forza Italia è questa me ne vado io») sia i falchi a più miti consigli. La kermesse di Tajani, dove è atteso anche Berlusconi, casca dunque a fagiolo. La prossima settimana, è questo l’auspicio delle colombe, le polemiche velenose di questi giorni potrebbero anche essere dimenticate.

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