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L'autobus della vergogna nella regione che cambia

CATANZARO Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata… Ma, in questo caso, Roma sta per Cosenza (con il suo “Cantiere Calabria”) e Sagunto per un anonimo autobus delle Ferrovie regionali che …

Pubblicato il: 15/09/2017 – 9:15
L'autobus della vergogna nella regione che cambia

CATANZARO Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata… Ma, in questo caso, Roma sta per Cosenza (con il suo “Cantiere Calabria”) e Sagunto per un anonimo autobus delle Ferrovie regionali che ogni mattina, da Paravati di Mileto (nel Vibonese) conduce i pendolari verso Catanzaro. Talvolta il mezzo di trasporto dedicato alla copertura di questa tratta non disattende gli standard prescritti per il trasporto delle persone. Ma, spesso, costringe i suoi passeggeri ad alzare oltremisura i livelli dei limiti di sopportazione. Oggi no, perché l’autobus fatto “scendere in pista” dalle Ferrovie della Calabria sulla linea 247 in partenza alle ore 6 offende il senso puro della decenza. E quei limiti sono stati abbondantemente oltrepassati…
Le immagini si commentano da sole: il mezzo di trasporto non è stato pulito prima di accogliere i passeggeri e, soprattutto, i posti a sedere sono stati ridotti a causa della presenza di sedili divelti, danneggiati, inutilizzabili. I pendolari protestano. E chiedono rispetto per la loro dignità di lavoratori. «Per recarci nel capoluogo e andare a lavorare – dicono – dobbiamo alzarci prima dell’alba. Paghiamo i nostri abbonamenti puntualmente e, spesso, ci viene riservato questo trattamento indecente. Non siamo più disposti a subire questa mancanza di rispetto. E pretendiamo che si assumano provvedimenti affinché mezzi così malridotti non vengano immessi su strada».
Ieri sera, alla presenza del presidente Anas Gianni Vittorio Armani e dell’amministratore delegato della Rete ferroviaria italiana, Maurizio Gentile, i calabresi hanno trovato diretta conferma della volontà del governo e della Regione di riversare sul territorio miliardi di euro per adeguare l’A2 agli standard di sicurezza nei tratti mai ultimati (per esempio quello che da Cosenza conduce ad Altilia) e realizzare nuovi ampi lotti – e macrolotti – della 106 ionica (una vera mulattiera). E ancora soldi per acquistare treni e altri mezzi di trasporto. Ad oggi, però, la dicotomia tra il generale e il particolare, tra buoni propositi e fatti tangibili, rimane tuttavia troppo evidente. E tornano a memoria i consigli di San Tommaso d’Aquino ai suoi studenti e che suonavano più o meno così: «Non tuffarti a capofitto nel mare del sapere ma cerca di arrivarci lungo corsi d’acqua secondari. È cosa saggia lavorare in crescendo, dalle cose più facili alle più difficili».

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