Dovevano essere richieste “severe” e così è stato. Il procuratore Figc, Giuseppe Pecoraro, non fa sconti e nel processo davanti al Tribunale federale nazionale (svolto a porte chiuse), usa il pugno duro con Andrea Agnelli per la vicenda “ultrà e biglietti”: due anni e mezzo di inibizione per il presidente della Juventus per i suoi presunti rapporti non consentiti dal regolamento con gli ultrà.
Tanto potrebbe costare al numero uno bianconero, nel caso i giudici di primo grado (presidente Cesare Mastrocola) ritenessero fondati i capi d’accusa e congrua la richiesta di pena. Non ne resta fuori la Juventus che per responsabilità diretta si è vista richiedere dal capo della Procura Figc l’ammenda di 300 mila euro oltre a due turni da scontare a porte chiuse (eventualmente, possibile la sospensiva in attesa della sentenza di secondo grado) e una terza partita con la sola Curva Sud chiusa.
«La procura fa il suo mestiere, in genere non siamo abituati a fare previsioni, se un mese o l’ergastolo. Importante qui è contrastare gli argomenti dell’accusa», ha precisato l’avvocato di Agnelli, Franco Coppi, coadiuvato nel suo team dal legale bianconero Luigi Chiappero. La difesa bianconera ha prodotto oggi una seconda memoria per scardinare gli argomenti di Pecoraro che puntano il dito contro Agnelli sulla presunta autorizzazione della fornitura di abbonamenti e biglietti in numero superiore al consentito, favorendo così il bagarinaggio, e sui presunti incontri con ultras, tra cui Rocco Dominello, coinvolto nel processo “Alto Piemonte” per legami conLA ‘ndrangheta.
«Certo che puntiamo all’assoluzione completa», fa sapere Coppi al termine del processo durato circa 80 minuti. Nelle richieste di Pecoraro si propone per Agnelli anche l’estensione delle sanzioni in ambito Uefa e Fifa, un passaggio che se confermato dai giudici, qualsiasi essa sia la durata, potrebbe costringere il numero uno bianconero a saltare le assemblee del Comitato Esecutivo della Uefa in qualità di presidente dell’Eca (l’Associazione dei club europei).
In caso di inibizione superiore alla durata di un anno (articoli 29 dello statuto Figc e 19 del Codice di giustizia sportiva), si vieta a un presidente di club di svolgere gran parte delle attività dirigenziali ma anche in caso di condanna superiore a un anno Agnelli «non è tenuto alle dimissioni e dunque non ha alcuna intenzione di presentarle», fanno sapere da giorni fonti juventine, mentre in campo internazionale l’estensione dell’inibizione sarebbe comunque valutazione degli organi competenti di Uefa e Fifa.
Per la sentenza i giudici hanno tempo dieci giorni, il dispositivo sarà emesso con motivazioni, poi scatteranno sette giorni di tempo per presentare eventuale ricorso in secondo grado. Quanto alle altre persone coinvolte nel procedimento, è stata chiesta l’inibizione per sei mesi e 10mila euro di ammenda per Francesco Calvo, all’epoca direttore commerciale della Juventus, l’inibizione per due anni e un’ammenda di diecimila euro per Alessandro Nicola D’Angelo, security manager, l’inibizione di un anno e sei mesi e uguale ammenda per Stefano Merulla, responsabile del ticket office. Anche per questi ultimi, si chiede l’estensione delle sanzioni in ambito Uefa e Fifa.
x
x