REGGIO CALABRIA C’è chi si è presentato con copie e copie delle stampate della chat interna della giunta sotto braccio, chi per ore si è fermato a confabulare con amici e legali prima di salire, chi ci ha tenuto soprattutto a non farsi notare. È iniziata ieri mattina ed è andata avanti fino a pomeriggio inoltrato la sfilata in procura degli assessori della prima giunta Falcomatà, quasi tutti destinatari, con l’eccezione di Angela Marcianò e di Mattia Neto, di un avviso di garanzia per abuso d’ufficio e in tale veste convocati dal procuratore Gerardo Dominijanni e dal pm Walter Ignazitto per spiegare come sia stata gestita l’assegnazione dell’albergo Miramare all’associazione “Il sottoscala”.
LA DELIBERA “INCRIMINATA” Nell’estate 2015, per la preziosa struttura liberty, rimasta di proprietà del Comune dopo un infruttuoso tentativo di vendita, la giunta ha emanato una delibera di indirizzo, con cui si dava visto buono alla “autocandidatura” presentata dall’associazione reggina legata all’imprenditore Paolo Zagarella. Secondo quanto emerso già all’epoca, “Il sottoscala” avrebbe chiesto di poter utilizzare i locali del Miramare «per ospitare manifestazioni ed eventi di espressione artistica, culturale, musicale» in cambio dei lavori di ristrutturazione e igienizzazione.
IL CASO Una proposta vagliata positivamente dalla giunta per «incentivare altre realtà territoriali a promuovere analoghe iniziative» e finita al centro di uno dei primi “scandali” dell’era Falcomatà. Quando l’attuale sindaco ancora battagliava per essere candidato – ha fatto emergere all’epoca Il Quotidiano del Sud – è stato proprio Zagarella a offrigli gratuitamente la sede che per mesi ha ospitato il suo comitato elettorale. Critiche che Falcomatà ha sempre respinto al mittente, sottolineando come l’intera procedura sia stata vagliata dalla segreteria generale e dagli uffici prima della definitiva approvazione.
DENUNCIA INTERNA? Ma in procura non sembrano vederla allo stesso modo. Al pari di parte del mondo politico e istituzionale, anche vicino a Falcomatà. E secondo indiscrezioni, è proprio da qui che sarebbe arrivata la segnalazione che ha messo in moto i magistrati. Una denuncia che la procura ha preso molto sul serio e a cui lavora ormai da oltre un anno, allargando anche il raggio degli approfondimenti. Iniziative – fanno sapere dalla giunta – che non destano preoccupazione.
LA DIFESA DEGLI ASSESSORI «La nostra – dicono diversi assessori – era una delibera di indirizzo che demandava alla dirigente le valutazioni del caso, inoltre era chiaramente specificato che qualsiasi iniziativa dovesse essere di carattere culturale e ricreativo, dunque senza fini di lucro». Inoltre, fanno notare, la cosa poi non si è mai concretizzata, nessun evento è stato organizzato al Miramare dall’associazione Il sottoscala. Tutte argomentazioni che gli assessori hanno esposto ai magistrati che li hanno sentiti nel corso degli interrogatori di ieri e che toccherà alla procura valutare.
ALTRI APPROFONDIMENTI IN CORSO Ma questa non sarebbe l’unica inchiesta in corso che coinvolge il sindaco e in generale l’amministrazione. Secondo indiscrezioni, al momento sarebbero in corso vari approfondimenti investigativi anche alla luce della pubblica denuncia presentata dall’ex assessore Angela Marcianò, ma non solo. Un dato forse involontariamente confermato anche dal sindaco Falcomatà, che nell’agosto scorso dopo la “visita” dei carabinieri a Palazzo San Giorgio, spediti dalla procura negli uffici del segretario generale con l’ordine di acquisire tutta la corrispondenza interna ed esterna, ha dichiarato: «Non è la prima volta che succede. In questi anni gli investigatori si sono presentati più volte sia in segreteria, sia negli uffici e da parte nostra c’è sempre stata tranquillità e collaborazione».
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