di Alessia Truzzolillo
CATANZARO Si taglia, si accorpa per ridurre i costi e il numero dei direttori all’interno delle Aziende sanitarie provinciali. La riduzione dei servizi per alcuni territori è stata una mannaia. Basti pensare all’ospedale di Lamezia Terme nel quale sono stati cancellati il reparto di Terapia intensiva neonatale, Nefrologia e dialisi, Dermatologia, Malattie infettive, Microbiolgia e virologia. A Soveria Mannelli è rimasta come struttura complessa solo Medicina. Unificando i distretti di Lamezia e del Reventino sono stati apportati tagli alle figure dei direttori. Così si risparmia ma si complica l’organizzazione. Come è avvenuto accorpando i distretti di Catanzaro e Catanzaro Lido. Sono solo degli esempi, la Calabria è in Piano di rientro sanitario, c’è poco da fare.
Allo stesso tempo, però, se da un lato si accorpa per risparmiare, soprattutto nel campo dei servizi sanitari attivi, quelli più vicini al cittadino, dall’altro si scorpora, vengono creati nuovi dipartimenti, nuove figure dirigenziali, aumentano i costi. E questo avviene prevalentemente nel campo delle strutture amministrative.
LO STAFF DIREZIONALE Il sette novembre 2016 è stato deliberato l’Atto aziendale firmato dal direttore generale Giuseppe Perri, dal direttore amministrativo Giuseppe Pugliese (indagato in due recenti procedimenti giudiziari che ne hanno determinato la sospensione) e dal direttore sanitario Carmine Dell’Isola. Tra le altre cose l’Atto aziendale prevede la nascita di un nuovo dipartimento, lo “Staff direzionale” e di conseguenza il ruolo di capo dipartimento di Staff, una figura che non era mai esistita. In pratica due strutture amministrative complesse (Programmazione e controllo e Gestione totale della qualità) con le loro sottostrutture, che prima dipendevano direttamente dalla Direzione strategica – ossia direttore generale, direttore sanitario e direttore amministrativo – sono state aggregate sotto lo “Staff direzionale” e vengono coordinate da un capo dipartimento di Staff scelto tra uno dei due direttori delle strutture complesse. «Le strutture di staff – dice l’Atto aziendale – sono aggregate in forma dipartimentale». Nasce, dunque, un nuovo dipartimento e, naturalmente, il ruolo di capo dipartimento comporta vantaggi retributivi, curricolari, di punteggio e controllo delle attività.
DELL’ISOLA CAPO DIPARTIMENTO DI STAFF A questo punto c’è da fare un po’ di ordine in termini cronologici. Dunque, il sette novembre 2016 viene deliberato l’Atto aziendale firmato, tra gli altri dal dottore Dell’Isola in qualità di direttore sanitario. C’è da premettere che prima di ricoprire questo incarico Carmine Dell’Isola aveva lasciato in standby il suo ruolo di direttore della struttura complessa di Programmazione e controllo, guarda caso una delle due finite nel dipartimento di Staff direzionale. Terminato il suo compito di direttore sanitario Dell’Isola sarebbe tornato al vecchio incarico. E questo avviene prima del previsto, a fine agosto scorso perché, pur essendo stato nominato direttore sanitario per tre anni rinnovabili, il 26 giugno 2017 il dirigente comunica le proprie dimissioni anticipate per motivi personali. Il direttore generale gli chiede di restare fino al 31 agosto e di rientrare dal primo settembre a riprendere il suo ruolo il direttore di Programmazione e controllo. Pochi giorni dopo, l’11 settembre 2016, si delibera la nomina provvisoria del direttore del dipartimento dello Staff. Sarà Carmine dell’Isola, che ritrova il suo vecchio posto di direttore a Programmazione e controllo e quello nuovo di capo dipartimento di Staff. Dell’Isola prende posto nel dipartimento che lui stesso ha contribuito a creare con l’Atto aziendale. D’altronde non si poteva scappare: due potevano essere i medici atti a fare il capo dipartimento, lui o il direttore della struttura complessa Gestione totale della qualità, Piercarlo Rizzi. «Dopo valutazione comparata dei curricula – c’è scritto nella delibera – è stato ritenuto dover nominare alla direzione del richiamato dipartimento dello Staff il dottor Carmine dell’Isola per mesi sei, nelle more del conferimento dell’incarico definitivo». E poi c’è la retribuzione. Come per tutti i funzionari della pubblica amministrazione che svolgono particolari funzioni è prevista una voce aggiuntiva, la retribuzione di posizione, in questo calcolata al 40% sulla retribuzione massima del dirigente di quella fascia. Con tutti i tagli ai servizi sanitari l’Asp se lo poteva permettere.
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