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«Non è mai troppo tardi»

Non è mai troppo tardi! Era il titolo di una importante iniziativa televisiva del 1960, condotta dal maestro Albero Manzi, ideata per contribuire all’analfabetismo adulto di quegli anni. Ha ragione…

Pubblicato il: 19/09/2017 – 9:20
«Non è mai troppo tardi»

Non è mai troppo tardi! Era il titolo di una importante iniziativa televisiva del 1960, condotta dal maestro Albero Manzi, ideata per contribuire all’analfabetismo adulto di quegli anni. Ha ragione Pollichieni a ritenere l’iniziativa, pretesa da Oliverio e denominata “Cantiere Calabria”, intempestiva ma importante per rilanciare la sua idea di governatorato, della quale sino a oggi non ve n’è stata traccia alcuna. Buone le sue più attuali «minacce» di «stritolare ogni resistenza al progetto del cambiamento» e l’impegno che dal «lunedì sarà tolleranza zero» nei confronti di quella burocrazia che decide frenando tutto, incidentando così ogni veicolo di trasformazione in melius.

 

Il nuovo corso
A ben leggere, il governatore fonda la sua teoria del cambiamento su due elementi: il progetto funzionale a generare la metamorfosi e lo start. Di entrambi neppure l’ombra. Sino a oggi si è navigato a vista disperdendo ogni occasione utile ripartire e l’avvio del rinnovamento è rinviato al lunedì successivo, così come la promessa che ciascuno fa a se stesso quando deve dimagrire piuttosto che smettere di fumare.
Occorre cominciare a scontentare qualcuno per il perseguimento dell’interesse generale, nell’ottica che il migliore è chi non più eletto. Una opzione che per Mario Oliverio ci sta tutta, dal momento che, dall’alto della sua età, non ha di certo bisogno di lavorare per prossime candidature. D’altronde, anche Minniti ha parlato in tal senso richiamando tutti a non perseguire una politica che insegua il consenso a tutti i costi bensì a praticarla nel senso di realizzare ciò che è giusto per il Paese. Dunque, il progetto di fine legislatura e la (ri)partenza, ancorché se tardiva come l’uva destinata ai grandi vini, sono gli strumenti sui quali dovere lavorare, e alacremente.

 

Le occasioni ci sono
Per essere rispettosi di entrambi gli impegni necessita individuare le occasioni. Invero, la loro generazione è dettata dalla corretta e preventiva rilevazione dei bisogni primari da soddisfare e dalle circostanze offerte dalla legislazione nazionale e comunitaria, sulle quali imparare a legiferare bene a livello regionale nonché a pretendere dalle istituzioni «superiori».
Un lavoro difficile da mettere in piedi ma facilitato dalla presenza progettuale di una parte del Pd che, autocriticamente forte delle migliori presenze di ieri e dei migliori quarantenni di oggi, potrà contribuire sensibilmente alla realizzazione di quanto auspicato e promesso ai calabresi.
Innanzitutto, dovranno essere colte le opportunità attuali, e nel senso giusto. Soprattutto nella contrattualità politico-istituzionale che la contingenza facilita. 

 

La salute dei calabresi
La sanità va trattata non già per guadagnare galloni, peraltro rischiosi a esercitare persino nel lungo programma figuriamoci nel breve. La trattativa con il governo deve riguardare la revisione dei poteri commissariali, sino ad oggi abusati segnatamente dai titolari che si sono avvicendati, a causa di sottovalutazioni generali e di una incapacità contrattuale nel definire gli originari accordi governo-Regione e quelli successivi, chiaramente in contrasto con la Costituzione.
Una rivendicazione tosta ma indispensabile, da esercitare energicamente per restituire al Consiglio regionale le competenze negate ovvero dallo stesso rinunciate, per far sì che lo stesso deliberi l’obbligo della preventiva rilevazione del fabbisogno epidemiologico che non c’è mai stata e decida di una sana programmazione regionale. Non solo. Che sancisca la riforma strutturale del SSR prevedendo nel senso di essere anche onnicomprensivo dell’assistenza sociale e che sappia, per esempio, dare dignità alla convivenza indisturbata dei celiaci con il resto della collettività onnivora. Sarebbe un modo per legiferare, per primi in Italia, per far sì che un bambino affetto da celiachia non si senta ripetutamente un diverso nello scegliere un gelato, perché contaminato, ovvero nel rrintracciare un hamburger in un fast food qualsiasi insieme agli amici, perché rispettoso dell’uso degli alimenti contaminanti.
Le Zes (rectius, poli di crescita ove tariffe, quote, dazi e imposte che offrono un maggiore appeal agli investitori e migliori possibilità di sviluppo) Il rilancio produttivo è un obiettivo non meno importante della sanità. A tutto questo contribuirebbe l’estensione della seconda Zes. La Calabria, infatti, per come sottolineato recentemente dal ministro De Vincenti, è la regione che ha più sofferto la crisi finanziaria scoppiata nell’agosto del 2007 e, dunque, patito la recessione e la crisi produttivo/occupazionale iniziata il 2008.
Tralasciando i conti nella storia, che darebbero torto a quasi tutti coloro i quali si sono affacciati sul palcoscenico della politica calabrese, occorre che la nostra regione si renda beneficiaria delle deroghe, meglio di tutto ciò che è possibile per generare cambiamento, benessere e occupazione. Il discrimine ci occorre. In quanto tale la Regione deve fare i voti a che venga deliberata la seconda Zes, ove saranno gli enti locali direttamente interessati a rafforzare l’istanza politica e istituzionale, con tutti i loro cittadini al seguito, da destinare al governo che, questa volta, non può essere disattento. Certo, ci sarà Catanzaro e Lametia Terme a pretenderla così come farà altrettanto la Sibaritide unita che sta facendo di tutto per disunirsi nel privilegiare i soliti monumenti alle più autentiche occasioni di successo e progresso, per le quali conviene davvero mettersi in movimento.

 

Le politiche locali
Al riguardo delle politiche aggregative, un compito ulteriore della Regione del «lunedì» prossimo sarà quello di mettere in piedi la riforma istituzionale del proprio sistema autonomistico abbandonando tutte le «stupidaggini», legislative e non, cui si è supposto di affidare il ruolo della soluzione alle povertà vissute dai Comuni calabresi. A loro vanno dedicati più tempo, più risorse e più attenzioni, sia legislative che di programma.

*Docente Unical

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