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Asp Cosenza, cancellato il “regalo” di Ferragosto a Villa Igea

  COSENZA Quel regalo, per l’Asp di Cosenza, rischiava di diventare indigesto, pericoloso. E così gli uffici della sanità bruzia lo hanno cancellato. Villa Igea non incasserà gli 855mila euro pattu…

Pubblicato il: 20/09/2017 – 5:48
Asp Cosenza, cancellato il “regalo” di Ferragosto a Villa Igea

 

COSENZA Quel regalo, per l’Asp di Cosenza, rischiava di diventare indigesto, pericoloso. E così gli uffici della sanità bruzia lo hanno cancellato. Villa Igea non incasserà gli 855mila euro pattuiti dopo la firma dell’accordo tra l’Azienda e il management della clinica. È (forse) la fine di una storia controversa, segnata da una strana parabola giudiziaria. Con l’Asp che – nonostante una vittoria in giudizio e la richiesta di danni per 1 milione 799mila inizialmente recapitata alla casa di cura – all’improvviso cambia linea e decide di pagare. Questo fino al 19 settembre. Giorno in cui arriva il contrordine. Giusto dopo la delibera che assegnava il pacco di soldi a Villa Igea, infatti, a via Alimena hanno avviato una ricognizione su tutta la gestione dei ricoverati dell’ex Istituto Papa Giovanni, parte dei quali erano finiti proprio nella struttura di San Fili.

IL CONTENZIOSO È dalla valutazione delle rette corrisposte per i ricoveri che nasce, infatti, la controversia. L’Azienda sanitaria provinciale sosteneva, inizialmente (i trasferimenti risalgono al 2008), costi molto elevati: 102 euro al giorno per ciascun paziente. Cifre poi ridimensionate, nel 2012, da un intervento retroattivo del management, che fissava la quota a 44 euro. Segue – come accade sempre quando ci sono soldi di mezzo – contenzioso, con la casa di cura di San Fili prova a recuperare parte dei soldi a suo dire non versati dalla sanità pubblica. Il resto è storia passata: il primo decreto ingiuntivo viene impugnato dall’Asp, che la spunta in Tribunale, rifà i conti e chiede 1,8 milioni ai privati. Poi affida l’esame del caso a un avvocato, Mariacarmela Filice, che – nel parere redatto per conto dell’Azienda – ribalta la prospettiva sui fatti, convincendo il direttore generale Raffaele Mauro a scucire 855mila euro (a rate) con la delibera balneare del 17 agosto.

IL CAOS NEI DOCUMENTI A solo un mese di distanza, però, salta tutto. La direzione dell’Asp decide di istituire un gruppo di lavoro «finalizzato a recuperare e analizzare non solo i documenti contabili e amministrativi (…) ma anche le più complessive procedure di liquidazione e pagamento a favore di tutte le case di cura che hanno ospitato i pazienti dell’ex Ipg (individuando anche le diverse tariffe applicate)». Succede il 28 agosto scorso, qualche giorno dopo la pubblicazione del servizio del Corriere della Calabria che ha raccontato la generosità ferragostana della sanità (e succede a 9 anni dal trasferimento dei pazienti dall’ex Papa Giovanni di Serra d’Aiello alle cliniche convenzionate che li hanno ospitati). Dalle ricerche dei tecnici emerge (più o meno) un caos che la determina di settembre riassume con l’espressione «elementi di incertezza generale». È lo spunto per convocare i vertici di Villa Igea.

CONTRORDINE Mauro li incontra l’11 settembre: basta un giorno per cancellare la delibera “pericolosa”. La transazione è annullata, l’accordo rimosso: si ritorna al contenzioso. Villa Igea tornerà a chiedere i soldi all’Asp che tornerà a chiederli a Villa Igea. «Tamquam non esset», in avvocatese. Abbiamo scherzato, per stare al linguaggio comune. Ma non finisce qui, perché Mauro adesso chiede l’aiuto – per stabilire le giuste tariffe da applicare alle case di cura che hanno ospitato pazienti ex Ipg – della struttura commissariale e dell’Avvocatura regionale. Servirà a dirimere il caos che si è manifestato dopo la verifica (tardiva?) delle procedure seguite nel 2008. Ma questa è un’altra storia.

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