Lamezia, i commercianti rinunciano a costituirsi contro il clan

LAMEZIA TERME Nel 2011 una serie di atti intimidatori vennero compiuti ai danni di attività commerciali di Lamezia Terme. Si tratta del bar Millennium, del negozio Outlet and Outlet e di un parrucchiere del quartiere di Capizzaglie a Lamezia Terme. A essere accusati dei danneggiamenti e dei tentativi di estorsione sono Angelo Francesco Paradiso, Nino Cerra e Pasquale Carnovale. Nel corso dell’udienza di martedì la difesa di Cerra, l’avvocato Lucio Canzoniere, ha chiesto l’abbreviato condizionato all’escussione di un teste. Si tratterebbe di una persona che, secondo quanto dichiarato dal collaboratore Luciano Arzente (accusato per gli stessi reati, segue un processo a parte) si trovava in macchina con lo stesso Arzente e con Nino Cerra nel momento in cui quest’ultimo sparava contro uno degli esercizi presi di mira. Per Paradiso e Carnovale si seguirà l’abbreviato semplice. Nel corso del processo si sono costituite come parti civili l’associazione Antiracket lametina (Ala), rappresentata dall’avvocato Carlo Carere, e il Comune di Lamezia Terme, con l’avvocato Caterina Restuccia. Da sottolineare che nessuna delle parti offese riconosciute dall’accusa (rappresentata dal pm Elio Romano), vittime dei danneggiamenti, si è costituita parte civile.
La prossima udienza è stata fissata per il 22 dicembre prossimo per sentire il teste indicato dall’avvocato Canzoniere. Nella difesa anche l’avvocato Antonio Larussa.