CATANZARO «In Calabria, rileggendo i dati del ministero dell’Interno rielaborati dalla Uil in materia di lotta all’evasione fiscale e contributiva, quella che emerge è la fotografia di un’amministrazione pubblica troppo spesso distratta davanti a questo impegno che, se correttamente applicato, riporterebbe a casa il 100% del montante irregolare accertato». È quanto afferma, in una nota, il segretario generale della Uil calabrese, Santo Biondo.
«Nella nostra regione – prosegue Biondo – solo il 2,2% dei Comuni ha avviato l’azione di accertamento delle “infedeltà fiscali”. Su 405 centri, infatti, solo nove hanno attivato la procedura per la compartecipazione al contrasto dell’evasione fiscale. Nello specifico: quattro in provincia di Cosenza; uno in quella di Crotone; tre nel territorio della provincia di Reggio Calabria e 1 in quella di Vibo Valentia. Molto basso, poi, l’importo erogato dallo Stato e girato alle casse dei Comuni che hanno attivato la procedura prevista dalla legge. Il totale sfiora i 400mila euro. La città di Reggio Calabria, pur registrando un calo rispetto al 2015, è apparsa quella più virtuosa e ha incassato oltre 280mila euro. Un buon risultato se lo si paragona, ad esempio, a quello ottenuto da Roma Capitale che nel 2016 non è andata oltre i 108mila euro, che piazza la città dello Stretto all’ottavo posto della classifica dei Comuni italiani maggiormente virtuosi, davanti, fra le altre, a Bologna, Brescia, Firenze o Vicenza».
«Irrisoria l’azione negli altri territori calabresi – prosegue Biondo – con Crotone che spicca per il dato negativo: solo 7 euro incassati dalla lotta all’evasione fiscale e contributiva dal municipio di Isola Capo Rizzuto. A Vibo Valentia gli accertamenti hanno fruttato 50 euro, mentre Cosenza ha ricevuto 892 euro. Catanzaro, poi, non figura nelle statistiche del ministero dell’Interno. Questi dati sono assai deludenti se rapportati ai tassi, davvero assai alti, di evasione fiscale e di irregolarità lavorativa che sono presenti sul territorio calabrese. I Comuni, in una fase economica contrassegnata da un’elevata difficoltà per le casse comunali, devono fare molto in chiave anti evasione, non solo perché così si potrebbero recuperare risorse per ampliare i servizi ai cittadini o per abbassare le tasse al livello locale. Una lotta serrata all’evasione fiscale e contributiva, infine, in un periodo contrassegnato da un pesante taglio della spesa pubblica permette di ristabilire equità e giustizia sociale».
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