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L'ospedale di Cosenza e la crisi che risparmia alcune ditte

COSENZA Mentre operai e impiegati tirano la cinghia, colpiti dalla variazione al ribasso dei prezzi al consumo certificata dall’Istat, nell’ospedale di Cosenza quelle stesse statistiche assumono tu…

Pubblicato il: 21/09/2017 – 11:18
L'ospedale di Cosenza e la crisi che risparmia alcune ditte

COSENZA Mentre operai e impiegati tirano la cinghia, colpiti dalla variazione al ribasso dei prezzi al consumo certificata dall’Istat, nell’ospedale di Cosenza quelle stesse statistiche assumono tutt’altro valore. E a beneficiarne è la ditta che si occupa del servizio di ristorazione.
L’Azienda bruzia, con una determinazione del direttore della Gestione forniture, Teodoro Gabriele, ha infatti riconosciuto alla ditta Siarc, sulla base degli incrementi Istat del 2014, 2015 e 2016, la revisione al rialzo dei prezzi del servizio di ristorazione, per un importo complessivo pari a poco più di 70mila euro iva inclusa, per i periodi gennaio-giugno 2015 e gennaio-maggio 2016. Gli incrementi – in base all’indice nazionale per i servizi ricettivi e di ristorazione – variano dallo 0,90% fino all’1,1% e comportano un adeguamento pari a 29mila euro (gennaio-giugno 2015) e a 34mila (gennaio-maggio 2016), che con l’Iva al 10% porta alla cifra di 70mila euro.
Una determina abbastanza irrituale, considerato lo scenario sociale complessivo. Sempre l’Istat certifica infatti, per gli anni 2015 e 2016, una variazione al ribasso dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati dello 0,1%. Insomma, nello stesso periodo in cui un’azienda pubblica riconosce un adeguamento al rialzo per una ditta privata, la classe media è costretta a fare i conti con un contesto economico che ne riduce sensibilmente il potere d’acquisto.
La delibera offre anche altri spunti di riflessione. Riguardano i modi in cui si materializza l’esborso a favore della Siarc. Viene, infatti, applicato un solo indice (il Nic, che riguarda i prezzi al consumo per l’intera collettività) per servizi di ristorazione che, per quanto attinente, è solo uno dei dodici indici che compongono il paniere che è preso come riferimento contrattuale sugli appalti. Altri misteri: il calcolo degli incrementi viene effettuato solo per periodi parziali, ovvero solo per quei mesi dell’anno in cui l’indice Nic nella complessiva negatività risultava positivo. E così si rileva un periodo gennaio-  giugno 2015 e uno gennaio-maggio 2016 e si evince che, anche per il 2014 è stato utilizzato lo stesso metodo (come si vede dalla determina 226 del 5 marzo 2015). Tutto sembra remare a favore di Siarc. Eppure si riporta, nella determina, una rinuncia della Siarc per gli altri periodi, ipotizzando una specie di transazione favorevole all’Ente. Peccato che, per quegli stessi periodi, gli indici calcolati sarebbero stati negativi e l’azienda avrebbe perso una parte dei propri compensi. Misteri della sanità cosentina.

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