«Così, da Cutro, la 'ndrangheta arrivò in Emilia»

REGGIO EMILIA «Nel 1987 a Reggio Emilia c’erano già gruppi mafiosi, i Dragone portarono la ‘ndrangheta qui già in quegli anni. Così come i Lucente, si staccarono da Cutro per arrivare qui». Lo ha detto oggi Antonio Valerio, collaboratore di giustizia, in collegamento da un luogo protetto con l’aula bunker di Reggio Emilia per l’udienza del processo Aemilia che lo vede imputato per associazione di stampo mafioso.
Valerio, che ha anche ricordato l’omicidio del padre Gino avvenuto nel luglio del ’77, a Cutro, ha risposto al presidente della Corte d’Assise Francesco Caruso e al pm Beatrice Mescolini delineando i legami della cosca con la terra di origine, parlando di uno «storico summit» avvenuto a Quattro Castella nel Reggiano tra Antonio Dragone, Antonio Arena e Pasquale Voce. Valerio si è anche auto accusato di un tentato omicidio, avvenuto nel 1989 a Montecchio Emilia nel Reggiano. Il pentito ha detto che con lui c’era Paolo Bellini, “primula nera” del Reggiano che nell’occasione gli avrebbe coperto le spalle. «Sparai a Nino D’Angelo – ha detto Valerio – un siciliano che mi dava fastidio in Val d’Enza, dove trafficavo droga. Stavo per dargli il colpo di grazia ma poi Bellini mi disse che dovevamo andare via subito. Per quel fatto non fummo mai indagati».