COSENZA Sequestro preventivo di circa 2,5 milioni di euro e arresti domiciliari per un imprenditore cosentino operante nel settore degli hotel di lusso. È il risultato dell’operazione conclusa mercoledì mattina dai militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Cosenza. Il reato ipotizzato è bancarotta fraudolenta. Nel mirino dei finanzieri sono finite tre società gestite dallo stesso imprenditore.
La società fallita, per l’accusa, è stata nel tempo gravata da rilevanti esposizioni debitorie nei confronti di banche, fornitori e società di leasing, nonostante sia stata destinataria di rilevanti contributi regionali sin dagli anni 90. Quei finanziamenti – è l’ipotesi della Procura di Cosenza – sarebbero stati utilizzati per “aiutare” altre società collegate a quella fallita e per le spese familiari.
In sostanza, il dissesto finanziario della società e, quindi, il depauperamento del patrimonio della stessa, sarebbero stati la conseguenza di una gestione caratterizzata «da continue e ingiustificate distrazioni di denaro perpetrate dai soci, sia a favore di loro congiunti sia sotto forma di finanziamenti a favore delle altre società del “Gruppo”».
Le indagini sono state svolte dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Cosenza.
BARILE AI DOMICILIARI È l’ex consigliere regionale della Calabria Domenico Barile l’imprenditore alberghiero arrestato stamane per bancarotta fraudolenta dalla Guardia di Finanza di Cosenza nell’ambito di un’inchiesta sul fallimento di una società operante nel settore alberghiero. A Barile facevano capo, fra l’altro, due rinomate strutture ricettive di Cosenza e provincia: l’Hotel Centrale del capoluogo, attualmente chiuso, e l’Executive di Rende, rilevato da una nuova gestione. Fra l’altro, nell’ottobre 2013 era stato arrestato per un ammanco di 500.000 euro dalle casse della Fonfazione Field, ente “in house” della Regione Calabria, di cui era stato presidente. I finanzieri gli hanno sequestrato stamane beni per 2 milioni e mezzo di euro.
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