SORIANELLO Probabilmente la bomba esplosa lunedì scorso sotto l’auto di Nicola Ciconte era stata piazzata con lo scopo di uccidere il 28enne di Sorianello, ritenuto dagli inquirenti nell’orbita del clan Loielo.
L’esplosione, avvenuta in una via centrale di Savini, frazione di Sorianello, a seguito della quale il giovane è rimasto gravemente ferito, è solo l’ultimo di una serie di fatti di sangue scaturiti dalla faida tra il clan dei Loielo e quello degli Emanuele, da anni in guerra per il controllo del territorio compreso tra i comuni di Soriano, Sorianello e Gerocarne.
L’ordigno, stando a quanto emerso dalle prime ricostruzioni degli inquirenti, è esploso nel momento in cui il giovane si apprestava a salire sulla sua auto, una Opel Astra di colore grigio scuro parcheggiata all’esterno dell’abitazione della sua famiglia. La bomba era posizionata sotto il mezzo e, con ogni probabilità, è stata azionata con un congegno a distanza. Verosimilmente, dunque, qualcuno ha atteso che il 28enne uscisse di casa, che si apprestasse ad entrare in auto e ha azionato un telecomando facendo scoppiare l’ordigno. La bomba, insomma, non era collegata al sistema di accensione dell’auto. Lo sportello, inoltre, al momento dell’esplosione era aperto e questo ha fatto sì che la deflagrazione non si concentrasse all’interno dell’abitacolo. Una circostanza, questa, che potrebbe aver salvato la vita al 28enne, che poi è stato sottoposto ad un intervento chirurgico dopo essere stato trasportato in elisoccorso all’ospedale di Catanzaro. Al momento le sue condizioni sarebbero buone, ma c’è ancora il rischio che possa perdere la gamba.
Pochi dubbi, invece, sul fatto che l’episodio sia da inquadrare nella faida tra i Loielo e gli Emanuele. Gli ultimi due avvenimenti in ordine di tempo risalgono al 29 luglio scorso – quando il 27enne Alex Nesci è stato raggiunto da alcuni colpi di pistola mentre si trovava a percorrere a piedi una via del centro storico, in compagnia del fratello 13enne affetto da sindrome di down, ferito di striscio all’addome – e al 21 giugno con l’uccisione di Salvatore Inzillo, 46enne raggiunto da alcuni colpi di fucile in una via del centro, a pochi passi dall’ufficio postale di Sorianello. Mentre quest’ultimo sarebbe stato vicino agli Emanuele, secondo gli inquirenti sia Nesci che Ciconte sarebbero nell’orbita del clan Loielo.
s. pel.
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