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In Consiglio scontri sui debiti e ripicche “post-inciucio”

REGGIO CALABRIA In Consiglio è tempo di bilanci. Non politici, ché quelli sono già stati fatti – in modo autoreferenziale – al Cantiere Calabria, ma economici (il governatore Oliverio, onnipresente…

Pubblicato il: 28/09/2017 – 12:45
In Consiglio scontri sui debiti e ripicche “post-inciucio”

REGGIO CALABRIA In Consiglio è tempo di bilanci. Non politici, ché quelli sono già stati fatti – in modo autoreferenziale – al Cantiere Calabria, ma economici (il governatore Oliverio, onnipresente all’Unical, oggi non è in aula: assente per indisposizione fisica, precisano diversi consiglieri di maggioranza). 
Il centrosinistra, per un giorno almeno, mette da parte malumori e incomprensioni, liti per le poltrone e guerre sotterranee, e procede compatto all’approvazione dei rendiconti (illustrati dal presidente della II commissione, Aieta) di tre importanti società partecipate della Regione: Calabria Lavoro (esercizio 2015), Arpacal (2015; bilancio di previsione 2017-2019) e Aterp (2017-2019). Rinviato, su richiesta del segretario-questore Giuseppe Neri, il programma di attività del Corecom e il relativo fabbisogno finanziario per il 2018. 
«Nell’ultimo anno – ha detto il vicepresidente della giunta regionale Antonio Viscomi – abbiamo approvato 55 tra bilanci e rendiconti cercando di riportare ordine nel sistema contabile degli enti regionali. Posso dire che entro il 30 settembre avremo tutti i bilanci 2016 approvati. Ora siamo in attesa del giudizio di parifica della Corte dei conti, previsto per il prossimo 25 ottobre».
«Prosegue – commenta il capogruppo del Pd Sebi Romeo – il lavoro di risanamento e programmazione della giunta regionale, in piena sintonia con una sempre più solida maggioranza consiliare, per restituire alla Calabria una normalità amministrativa sinora sconosciuta». 

DEBITI Ma se il centrosinistra si rappacifica (temporaneamente), la minoranza sembra non avere intenzione di far passare sotto silenzio i presunti “sgarbi” istituzionali perpetrati nel corso dell’ultima seduta, dedicata al rinnovo della presidenza. L’assemblea riconosce circa 680mila euro di debiti fuori bilancio a favore di decine e decine di enti, in virtù di sentenze dei tribunali amministrativi, ed è questo il casus belli che fa deflagrare la bagarre. 
Viscomi, nel merito del provvedimento, ricorda che il riconoscimento dei debiti nasce da una situazione «particolare», dovuta a un fondo di contenziosi che la Corte dei conti «non ritiene puntuale». Il vicepresidente, in particolare, esprime tutti i suoi dubbi sulla precisione del fondo rischi e contenzioso: «In quest’ultimo anno ci siamo mossi riconoscendo i debiti con una legge ad hoc. Un particolare atteggiamento prudenziale per non ledere la stabilità del bilancio. L’obiettivo è quello di avere finalmente un fondo rischi che nasca dalla reale analisi del contenzioso».

ZOCCALI A dare fuoco alle polveri, però, non è l’opposizione, ma il dem Carlo Guccione, che chiede a Viscomi quale sia lo stato dell’arte rispetto al contenzioso tra la Regione e l’ex dg della Presidenza (giunta Scopelliti), Franco Zoccali, a cui, dopo una sentenza di primo grado, erano stati liquidati – con eccessiva fretta, secondo lo stesso Guccione e altri – 377mila euro a titolo di “risarcimento” per essere stato mandato a casa anzitempo dal nuovo governatore, Oliverio. La Corte d’appello di Catanzaro aveva poi ribaltato il giudizio. Da qui la domanda, evidentemente provocatoria, del consigliere pd: «Quelle somme sono state restituite?». Viscomi non mostra esitazioni: «È stato dato mandato all’Avvocatura di procedere con il recupero, mentre il dirigente che ha proceduto con il pagamento è stato deferito al consiglio di disciplina».
È Mimmo Tallini (Misto) a innescare la polemica vera e propria: «Tutte le procedure sbagliate portate avanti in questi anni dovrebbero preoccupare questa amministrazione regionale». Poi la provocazione: «Perché Guccione si preoccupa dei 300mila euro del mio amico Zoccali e non degli 8 milioni che un’azienda per lo spegnimento degli incendi deve alla Regione Calabria?». Infine, un cenno allo spoil system ai danni di tutti gli ex dg che, come Zoccali, hanno poi fatto causa alla Regione: «I danni creati da Oliverio li pagheremo tutti». Stesso giudizio anche per Fausto Orsomarso: «Non è giusto che i calabresi paghino gli errori del governatore». 
Aieta prova a contestualizzare e sottolinea come la Regione sia oggi costretta a tirare fuori una montagna di soldi a causa di spese del passato autorizzate in assenza di preventivi: «Quella dei debiti fuori bilancio è una questione che va approfondita, individuando le responsabilità, altrimenti questo andazzo si protrarrà ancora a lungo. A Oliverio tutto si può dire, tranne che non stia tentando di bonificare una macchina non al passo con i tempi».

CONTRO IRTO Tallini, in vena di ostruzionismo dopo la mancata elezione a vicepresidente del Consiglio, per tutta la seduta non perde occasione di attaccare Irto rispetto al modo in cui guida l’assemblea. L’acme della sua protesta avviene in occasione dell’appello nominale relativo al provvedimento sui debiti, durante il quale sarebbero stati conteggiati consiglieri assenti al momento del voto. Pronta la replica di Giuseppe Giudiceandrea (Dp), che liquida come «inutili» le rimostranze di Tallini e invoca rispetto per un presidente «votato dalla maggioranza assoluta dei consiglieri». «Questa assemblea – ribatte Alessandro Nicolò (Fi) – deve riappropriarsi delle sue funzioni legislative; rispettiamo Irto ma Irto deve rispettare il ruolo dei consiglieri regionali». Dalla maggioranza gli fa subito eco Arturo Bova (Dp), che chiede uno stop allo «stillicidio costante di accuse e di riferimenti personali».
Domenico Bevacqua (Pd) si rammarica del fatto che l’opposizione rivendichi il proprio ruolo su questioni strumentali e non «sui veri problemi della Calabria». La discussione, a parere del presidente della commissione Ambiente, «avrebbe dovuto essere incentrata sulla necessità di una legge ad hoc sull’aumento del fondo rischi: solo così ci sarebbe stata la dimostrazione che il Consiglio può diventare il luogo del confronto e delle decisioni». Wanda Ferro, dal canto suo, invita a una responsabilizzazione collettiva affinché il Consiglio «diventi una palestra per un grande dibattito sui problemi della Calabria; non una palestra per aumentare i consensi, ma per aumentare le idee».
Rinviate sia la proposta di legge per alcune modifiche alle norme in materia di alloggi di edilizia residenziale, sia le nomine di competenza del Consiglio. A questo proposito, Giudiceandrea esorta tutti i capigruppo a trovare un accordo che consenta di procedere con designazioni «rinviate ormai da troppe sedute».

CHIARAVALLE E CALL&CALL È Francesco Cannizzaro a portare in Consiglio le vertenze dei lavoratori di Call&Call e Sicurcenter. Su input del capogruppo della Casa della libertà, l’aula ha approvato due diverse mozioni: la prima impegna il presidente della Regione ad attivarsi con il governo al fine di individuare una soluzione che scongiuri il licenziamento dei 129 dipendenti della società operativa a Locri; la seconda dà mandato a Oliverio di sollecitare la costituzione di un tavolo provinciale permanente con Sacal, Enac e sindacati per tutelare i 13 posti di lavoro a rischio nell’azienda che si occupa di sorveglianza nell’aeroporto di Reggio.
L’altro tema caldo riguarda il futuro dell’ex ospedale di Chiaravalle Centrale, occupato ormai da giorni dal sindaco Mimmo Donato e da diversi consiglieri comunali, che chiedono la riconversione in Casa della salute dopo mesi di immobilismo. Il Consiglio, su proposta di Baldo Esposito (Ap), ha così approvato una mozione con cui si chiede a Oliverio di adottare al più presto tutti gli atti necessari per arrivare alla firma della convenzione. Sulla questione, il presidente Michele Mirabello (Pd) ha annunciato una riunione ad hoc della commissione Sanità, che dovrebbe svolgersi nella prossima settimana.

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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