CATANZARO Le regole per i congressi del Partito democratico non vanno bene, devono essere modificate. Lo ha deciso la Commissione nazionale di Garanzia nella riunione del 27 settembre. Hanno vinto Labdem e Dems, le associazioni che avevano presentato un ricorso congiunto contro il regolamento approvato dalla direzione regionale del Pd e reso noto soltanto la settimana scorsa nel corso della direzione provinciale di Cosenza in vista delle elezioni dei segretari provinciali a Cosenza, Catanzaro, Crotone e Reggio Calabria.
Il nodo sta nello “sbarramento” fissato per la presentazione delle candidature. Il Pd calabrese lo aveva fissato al 15% delle firme degli iscritti su base provinciale. Troppo alto, secondo i rappresentanti delle due correnti. E anche secondo la commissione che disciplina le controversie interne. Regolamento modificato, dunque. Adesso recita così: «Le candidature a Segretario di Federazione dovranno essere sottoscritte da almeno il 15% dei componenti dell’Assemblea di Federazione in carica, oppure da un numero di iscritti compreso tra l’1% e il 3% su base provinciale in regola con l’iscrizione per l’anno 2016». Numeri più ragionevoli – e in linea con quelli previsti nel resto d’Italia – che potranno allargare la partecipazione alle consultazioni per i congressi provinciali e di circolo. Una bocciatura piena per il vecchio “codice”. Nelle circolari che fissano le regole d’ingaggio, infatti, si segnalava di tenere presenti le disposizioni contenute nell’articolo 46 dello Statuto. E quella norma prevede che «le norme attuative debbono in ogni caso prevedere che le candidature a Segretario provinciale siano sottoscritte da un numero di iscritti compreso tra l’1% e il 3%». Insomma, quel 15 non era giustificato. Una norma, dicevano Labdem e Dems nel ricorso, motivata dai vertici del Pd con la «ricerca dell’unità del partito», ma che «risulta palesemente vessatoria. È logico pensare, in questo stato di cose, che il regolamento avvantaggi sostanzialmente chi già dirige le strutture di partito e perciò può disporre delle firme, più facili da ottenere a livello numerico, dei membri delle assemblee di Federazione, mentre gli altri sarebbero costretti, in tempo brevissimo, a raccogliere migliaia di firme».
Ora il problema non si pone. La partecipazione sarà più ampia e la sfida più accesa. Ma alle fibrillazioni interne il Pd è più che abituato.
TERRANOVA: SI SPOSTINO I TERMINI Il primo a commentare la scelta della Commissione è Giuseppe Terranova, di Dems, che era anche uno dei firmatari del ricorso: «L’organismo nazionale di garanzia – spiega – senza alcun tentennamento ha di fatto abrogato tale norma vessatoria e con deliberato autoapplicativo sancisce che la nuova soglia dei sottoscrittori per la candidatura alla segreteria provinciale è fissata dall’1% al 3% degli iscritti 2016. È l’ennesima bocciatura per il partito calabrese da parte dei livelli nazionali. Sulla base di tale determinazione, che modifica radicalmente il regolamento antecedente, è logico e opportuno chiedere lo slittamento del termine per la presentazione delle candidature alla segretaria provinciale del Pd a sabato 7 ottobre 2017».
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