La comunicazione social non è una banalità. Trovare il giusto registro può essere complicato: non si interagisce con istituzioni e usare le parole (spesso incomprensibili) della politica può non essere sufficiente. E, di tanto in tanto, capitano scivoloni evitabili. Anche a Mario Oliverio, che ha un profilo facebook molto attivo. Specie da quando è iniziata la “fase due” – dopo “Cantiere Calabria” –, il governatore comunica molto. A volte, forse, addirittura troppo. Il giorno della visita alla Cittadella regionale di Jonas Carpignano – regista di “A Ciambra”, che rappresenterà l’Italia agli Oscar – la squadra social di Oliverio dedica, giustamente, un post all’incontro. Discreto successo, se si bada soltanto ai numeri: quasi un migliaio di “mi piace” e 124 condivisioni.
Seguono commenti. Alcuni si complimentano con il presidente, altri sono – al solito – più critici. Quando Enza Teti scrive “politicanti calabresi… ridicoli”, Oliverio gli risponde con toni non certo istituzionali: «Anche la foto del tuo profilo non è male». Non il massimo, sempre a proposito di registro comunicativo. Tant’è che l’utente prima racconta una disavventura abbastanza drammatica da giustificare il proprio disagio rispetto alla politica, poi affonda: «Per quanto riguarda la foto del profilo, le persone che lei vede sono piene di dignità, gente che lavora e paga le tasse… gente che vive semplicemente ma che non ha nessun carico pendente di moralità con nessuno». Uno a zero. Un’altra utente rincara la dose: «Rispondere offendendo non le fa certamente onore», scrive rivolgendosi a Oliverio. Riportiamo uno screenshot della conversazione, che non compare più sulla pagina fb del governatore. Che, forse, dovrebbe assicurarsi che la password del suo account venga affidata a persone in grado di gestirlo in maniera più oculata. Evitare gli scivoloni non è poi così difficile. Basta ricordarsi di non offendere nessuno. (red. pol.)
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