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Appunti da una Crociata (contro Gratteri)

Prima di scrivere bisogna chiedere il permesso agli alfieri del garantismo. Senza quel permesso, un servizio pubblicato su Tiscali può diventare il preludio alla fine dello stato di diritto. I fatt…

Pubblicato il: 03/01/2018 – 18:32
Appunti da una Crociata (contro Gratteri)

Prima di scrivere bisogna chiedere il permesso agli alfieri del garantismo. Senza quel permesso, un servizio pubblicato su Tiscali può diventare il preludio alla fine dello stato di diritto. I fatti. Guido Ruotolo pubblica, nei giorni scorsi, un pezzo che prende spunto dalla recente relazione della Commissione parlamentare antimafia sui rapporti tra società calcistiche e criminalità organizzata. Eccone l’incipit: «Si legge nel dossier mafia-calcio della commissione Antimafia: “Per quel che riguarda il Crotone calcio, nonostante la procura distrettuale di Catanzaro abbia recentemente proposto l’applicazione di misure di prevenzione di natura sia personale sia patrimoniale, che avevano ad oggetto la stessa società di calcio, nei confronti dei fratelli Raffaele e Giovanni Vrenna, proprietari della società (dal marzo scorso il presidente è Giovanni, ndr), il tribunale di Crotone e la corte d’Appello di Catanzaro hanno tuttavia ritenuto di non accogliere tale richieste”». Il servizio ricorda le traversie legali dell’ex patron dei pitagorici, legate per lo più alle operazioni della Dda di Catanzaro “Puma” ed “Heracles”, che risalgono rispettivamente al 2006 e al 2008. Si può raccontare? Probabilmente sì, se non fosse che per il Dubbio questo racconto diventa lo spunto per descrivere un Paese sull’orlo di una dittatura giudiziaria. Peggio, della dittatura di Nicola Gratteri. Titolo: «Cacciate il Crotone, è mafioso! La crociata di Gratteri&Ruotolo». 

UN TEOREMA… Il teorema è (più o meno) questo: Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro, non è riuscito a fermare Vrenna per via giudiziaria, quindi ha passato una serie di veline a un giornalista d’inchiesta amico per “chiedere” alla Lega Calcio di fermare il Crotone. Corollario 1: questo procuratore, «con ogni probabilità», arriverà al ministero della Giustizia «se i 5 Stelle e la Lega vinceranno le elezioni (evenienza non impossibile)». Corollario 2: siamo davanti alla «possibilità che in Italia si interrompa la tradizione liberale (…) e si torni a un’idea autoritaria, arbitraria e persecutoria delle giustizia». 
Il procuratore di Catanzaro, dunque, sarebbe una sorta di Kim Jong-un della democrazia. E l’articolo firmato da Guido Ruotolo l’annuncio della dittatura imminente. Mancano pochi mesi al colpo di Stato: è uno scoop.

… E COME CONFEZIONARLO Il problema dell’informazione – quando funziona sulla base di teoremi – è che si fa presto a capirne i trucchi. Basta partire da un dato vero (il pezzo che Guido Ruotolo ha scritto prendendo spunto dalla relazione della Commissione antimafia su calcio e mafie) e piazzare qua e là qualche ipotesi suggestiva. La prima: il magistrato avrebbe personalmente passato al giornalista qualche velina. Suggestivo, appunto, ma falso. Tant’è che le indagini alle quali si fa riferimento (e i virgolettati, va da sé, sono tutti genuini: nessuno ha inventato nulla) risalgono a un tempo in cui Gratteri non era il procuratore della Repubblica a Catanzaro. “Puma” ed “Heracles” sono operazioni scattate nel 2006 e nel 2008, quando la Procura di Catanzaro non era gestita dal magistrato reggino. Non serve che Ruotolo&Gratteri si incontrino segretamente in un parcheggio come si usava ai tempi del Watergate: basta avere un archivio e saperlo usare (bene). Seconda ipotesi suggestiva: Gratteri condanna tutti. E qui “il Dubbio” ci ricasca. Già in un precedente atto della Crociata (ve ne abbiamo parlato qui), il quotidiano mescolava inchieste e giudizi di vario grado. Lo fa di nuovo. Fa bene a sottolineare (ma lo faceva anche il servizio pubblicato da Tiscali) che per Vrenna la Corte d’Appello ha deciso l’assoluzione piena. Ma finisce quasi per addebitare la condanna riportata in primo grado a Gratteri. Che, notoriamente, non è un giudice. E, altrettanto notoriamente, nel 2008 non guidava l’accusa (anno della condanna a otto anni ribaltata in secondo grado) ma lavorava nella Procura di Reggio Calabria. Terza ipotesi: occhio, perché se vincono i 5 Stelle e la Lega questo magistrato demolirà la democrazia diventando ministro. Grillini e leghisti, infatti, non sono nemmeno alleati. È questo il problema dei teoremi quando cercano di trasformarsi in notizie. Si sgonfiano. Diventano un “sentite a me, finirà così”. Ma senza i fatti si mostrano per quello che sono: una Crociata. Roba da Medioevo, altro che democrazia liberale.  

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