CATANZARO «Da lunedì i sacchetti utilizzati nei supermercati per imbustare frutta, verdura, affettati e altri prodotti alimentari dovranno essere in plastica biodegradabile, compostabile, usa e getta e, soprattutto, sempre a pagamento. L’intento (lodevole) sarebbe quello di ridurre il consumo di sacchetti di plastica per incentivare l’uso di quelli biodegradabili. Nella pratica si rischia di avere l’effetto opposto – sostiene Francesco Di Lieto del Codacons – infatti il rischio è spingere i Consumatori a preferire i prodotti preconfezionati a quelli sfusi con il conseguente aumento degli imballaggi (vaschette di polisterolo, pellicole protettive…) che finiranno per riempire le nostre pattumiere, appesantendo una situazione oramai incontrollabile e che riguarda lo smaltimento dei rifiuti».
«Basta ricordare che gli imballaggi – prosegue Di Lieto – costituiscono ben il 60% del volume complessivo dei rifiuti e costituiscono il 40% del peso dei rifiuti urbani. Tonnellate e tonnellate di imballaggi, inutili, che incidono sull’ambiente e pesano sulle nostre tasche. E questo nuovo balzello mascherato rischia di aggravare la situazione. Infatti l’obbligo dei sacchetti è, per il Codacons, un nuovo balzello che si abbatterà sulle famiglie. Una tassa occulta a carico dei consumatori, visto che saremo obbligati ad utilizzare un sacchetto per ogni genere alimentare, non potendo mischiare prodotti. Una “tassa” su base annua che varia dai 20 ai 50 euro a famiglia, mascherata da provvedimento ambientale. Non si capisce perché il governo abbia deciso che il costo dei sacchetti debba essere totalmente a carico dei consumatori e non delle catene commerciali o degli esercenti – sostiene Di Lieto – così com’è incomprensibile il divieto di utilizzare sacchetti portati da casa o le vecchie borse a rete, soluzioni che permetterebbero da un lato di ridurre il consumo di plastica e proteggere l’ambiente, dall’altro di evitare inutili costi a carico delle famiglie».
«Ma c’è un ulteriore fattore, tutto calabrese, che fa montare la polemica. Infatti nella nostra regione abbiamo potuto verificare una intollerabile differenza di prezzo dei sacchetti, anche nella stessa catena distributiva. Ad esempio – continua Di Lieto – la Coop in Calabria espone un cartello spiegando ai Consumatori di dove applicare “obbligatoriamente il costo di 3 centesimi ad ogni sacchetto per alimenti sfusi”. Eppure in Toscana, ci risulta che la stessa Coop pretenda la somma di 1 centesimo. In pratica in Calabria, nello stesso supermercato, i sacchetti li paghiamo tre volte tanto. L’associazione pretende spiegazioni su quella che considera una palese ulteriore discriminazione dei Consumatori Calabresi». «Infine, laddove il ministero dello Sviluppo economico non darà seguito alla diffida inoltrata dal Codacons, siamo pronti ad attuare clamorose forme di protesta nei supermercati – conclude Di Lieto – lanciando lo sciopero dei sacchetti e spingendo i Consumatori a pesare ad uno ad uno i prodotti ortofrutticoli, passandoli singolarmente in cassa pur di non pagare l’ingiusto balzello».
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