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BoCsArt, il Comune ricorre al Consiglio di Stato

COSENZA C’è una doppia vita per le residenze artistiche di Cosenza. La prima è quella museale, con tanto di museo, nel ristrutturato chiostro di San Domenico, per apprezzare a cicli stagionali le o…

Pubblicato il: 05/01/2018 – 10:55
BoCsArt, il Comune ricorre al Consiglio di Stato

COSENZA C’è una doppia vita per le residenze artistiche di Cosenza. La prima è quella museale, con tanto di museo, nel ristrutturato chiostro di San Domenico, per apprezzare a cicli stagionali le opere prodotte nel corso della residenza in riva al Crati; la seconda è quella delle aule giudiziarie. Il comune di Cosenza dopo la doppia sentenza del Tar e il bando di gestione che è finito sulla scrivania dell’Anac, aveva sospeso in autotutela il bando di affidamento per la gestione dei BoCsArt. La giunta bruzia però, ha deciso di portare avanti la battaglia legale e quindi con delibera ha dato via alla costituzione dinnanzi al Consiglio di Stato, dando mandato legale all’avvocato Agostino Rosselli. La sentenza è prevista per giovedì 1 febbraio.

LA VICENDA A ricorrere contro il comune di Cosenza è stata la società cosentina Piano B che si occupa di organizzazione e gestione di eventi culturali. Nel mese di agosto i ricorrenti avevano interpellato i giudici amministrativi al termine dell’istruttoria e della valutazione della commissione esaminatrice del comune di Cosenza che aveva affidato la gestione dei BoCs all’associazione Raiku. Nella prima sentenza sull’affidamento i giudici hanno disposto l’annullamento del bando e quindi di tutte le procedure che ad esso si collegavano perché come scrivevano «i commissari (che hanno valutato l’offerta, ndr) non devono aver svolto ne possono svolgere alcun’altra funzione o incarico tecnico o amministrativo relativamente al contratto del cui affidamento». Il cavillo giudiziario che ha permesso a Piano B di spuntarla è il ruolo svolto dalla dottoressa Maria Cersoso, che aveva ricoperto il ruolo di responsabile del procedimento. Attività dell’associazione Raiku bloccata e comune di Cosenza condannato anche al pagamento di una penale al fine di evitare che potessero sorgere altri contenziosi perché, comunque, l’associazione che al termine del bando di gara era stata indicata come vincitrice aveva svolto il suo lavoro. Cinquantuno giorni per la precisione. La sentenza raffredda gli animi ma fatta la legge, anzi in questo caso la sentenza, trovato l’inganno. Da palazzo dei Bruzi per la Raiku arriva l’affidamento delle residenze artistiche in via diretta. Niente bando o valutazione di altre offerte. Risultato che non cambia e Piano B che si appella nuovamente ai giudici del tribunale amministrativo. I togati, visto il precedente e valutato come sia stato realizzato un escamotage per «affidare il servizio alla stessa ditta che aveva ottenuto l’aggiudicazione viziata e illegittima», dichiara anche questa volta nullo il contratto che lega comune e Raiku e condanna di comune di Cosenza al rimborso delle spese, quantificate in 2mila 500 euro, a Piano B. L’intera vicenda viene inoltre trasferita all’Autorità nazionale anticorruzione.

mi. pr.

 

 

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