CAMIGLIATELLO «La Sila può diventare il motore dell’economia e dello sviluppo dell’intera Calabria. Ma occorrono servizi e investimenti. La montagna è da 30 anni una Cenerentola, dimenticata da tutti».
Franco Laratta, membro del Cda Ismea e già parlamentare, ha tenuto una serie di incontri tra Lorica e Camigliatello, con imprenditori del luogo e operatori turistici.
Il ragionamento parte dalla decisione del ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, che ha inserito la Sila fra i nuovi distretti turistici. Zone a burocrazia zero, con relative agevolazioni per favorirne lo sviluppo economico e sociale. Un bel colpo, una grande occasione che può fare della Sila un vero e proprio polo turistico regionale.
L’idea parte un anno fa con le insediamento del Gal-Sila, presidente Tonino Candalise.
Quindi una lunga trafila burocratica, l’interessamento della Regione e la decisione finale del ministero.
Nel perimetro dell’Altopiano della Sila rientrano 29 comuni (in provincia di Cosenza, quelli di Acri, Aprigliano, Bocchigliero, Campana, Casali del Manco, Celico, Lappano, Longobucco, Luzzi, Parenti, Pietrafitta, Rose, Rovito, San Giovanni in Fiore, San Pietro in Guarano e Spezzano della Sila. Nella fascia catanzarese Albi, Cerva, Magisano, Sersale, Taverna e Zagarise. In provincia di Crotone, Castelsilano, Cerenzia, Cotronei, Mesoraca, Petilia Policastro e Savelli).
Franco Laratta denuncia i gravi ritardi: «La montagna calabrese è da sempre cancellata da ogni prospettiva di sviluppo. Basti pensare che è dagli anni 80 che non c’è un intervento per il sistema alberghiero, che nulla è stato fatto per i servizi e per l’offerta turistica. Sono stati i privati, soprattutto giovani, che hanno salvato la Sila dal declino definitivo. Sono nate decine di piccole imprese agriturismi, fattorie didattiche, ristorantini tipici. E mi sento particolarmente contento anche per l’attivismo dell’agricoltura silana: la “Patata della Sila Igp” e il “Caciocavallo Silano Dop” ormai conosciutissimi in tutto il mercato internazionale. E poi ci sono le fragole fino a novembre. Il tutto per decine e decine di imprese coinvolte, nonostante i soliti ritardi della burocrazia, impegnatissime nella produzione».
Con il Parco nazionale della Sila, 74mila ettari con l’80% di superficie boscata, la Sila si sta trasformando in una delle aree naturali più belle e preziose d’Italia. Qui si respira l’aria più pulita del mondo, mentre la Sila punta a divenire “patrimonio dell’umanità”, un percorso già avviato con il sostegno del ministro Dario Franceschini, del presidente del Fai Andrea Carandini.
«La nascita del Distretto turistico della Sila è un punto di partenza, non di arrivo», dice Franco Laratta in colloquio con il presidente della pro-loco di Camigliatello, Eugenio Celestino. C’è tantissimo da fare, tanti ritardi da recuperare, tante cose fa fare.
Ed è uno spettacolo vedere Camigliatello invasa dai turisti, grazie alle splendide nevicate di fine anno. Qui è tutto esaurito.
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