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Cetraro, intimidazione a don Ennio Stamile

CETRARO È stato ritrovato un capretto morto attaccato all’auto di Don Ennio Stamile mentre cenava in un ristorante della zona con i capi scout. Informati del fatto, accaduto a tarda serata, sul pos…

Pubblicato il: 07/01/2018 – 12:32
Cetraro, intimidazione a don Ennio Stamile

CETRARO È stato ritrovato un capretto morto attaccato all’auto di Don Ennio Stamile mentre cenava in un ristorante della zona con i capi scout. Informati del fatto, accaduto a tarda serata, sul posto, ad esprimere vicinanza al coordinatore regionale di Libera, sono arrivati il sindaco di Cetraro, Angelo Aita, e il consigliere regionale, Giuseppe Aieta. Il sindaco ha subito contattato i carabinieri che, arrivati sul luogo hanno potuto verificare l’oggetto minaccioso. Pronta la denuncia di Don Ennio Stamile. Non è l’unico episodio preoccupante che si è registrato a Cetraro negli ultimi tempi: la preoccupazione, infatti, cresce tra rapine, incendi di auto e furti negli appartamenti che hanno spinto il consiglio comunale di Cetraro a dichiarare lo stato di emergenza e affinché venga rafforzato il presidio di controllo e vigilanza sul territorio. Il sindaco di Cetraro Angelo Aita e il consigliere regionale Giuseppe Aieta hanno subito espresso vicinanza al parroco e grande apprezzamento per l’opera di sensibilizzazione e responsabilizzazione che attraverso il presidio di Libera sta diffondendo in tutta la Calabria. «Siamo vicini a Don Ennio Stamile – ha dichiarato il consigliere regionale del Pd Giuseppe Aieta – sapendo di interpretare il pensiero della città e di tutta la Calabria non ci faremo intimorire da chi tenta di riportare indietro la città. In questo momento occorrono segnali forti che possono arrivare dallo Stato attraverso l’apertura della nuova caserma dei carabinieri che oltre a manifestare la volontà dello Stato con in con un suo presidio in un territorio difficile si offrirebbero spazi e luoghi confortevoli che le forze dell’ordine – che insieme alla magistratura non smetteremo mai di ringraziare per il loro prezioso lavoro – meritano».

OLIVERIO: «CERTO CHE DON ENNIO NON SI FARÀ INTIMORIRE» Solidarietà del presidente della Giunta regionale calabra, Mario Oliverio, al coordinatore regionale di Libera, don Ennio Stamile, bersaglio la scorsa notte di un grave atto intimidatorio: un capretto morto in una busta della spazzatura fatto ritrovare appeso alla sua auto mentre stava cenando in un ristorante della zona con alcuni capi scout. Oliverio ha subito contattato telefonicamente il sacerdote per esprimergli – riferisce un comunicato – la propria incondizionata solidarietà e vicinanza e quella della Giunta regionale. «Mi auguro – ha detto Oliverio – che i responsabili di questo ennesimo, vile atto intimidatorio siano al più presto individuati e consegnati all’autorità giudiziaria. Il lavoro di responsabilizzazione e sensibilizzazione che don Ennio e Libera stanno svolgendo a Cetraro, sul Tirreno cosentino e in tutta la Calabria è importante e prezioso. Nei prossimi giorni incontrerò don Ennio per concordare, insieme a lui, iniziative e azioni a sostegno della sua opera e di quanti sono al suo fianco e collaborano con lui. Le popolazioni di Cetraro e dell’intero comprensorio non possono essere lasciate da sole a combattere un nemico subdolo che, attraverso azioni violente e criminali, vorrebbe far ripiombare queste comunità nella paura e nel terrore».
«Sono certo – ha concluso Oliverio – che don Ennio non si lascerà intimorire e che lo Stato e le istituzioni democratiche faranno quadrato intorno a lui e all’intera comunità cetrarese. In tal senso colgo l’occasione per ringraziare quanti, cittadini e istituzioni, si prodigano quotidianamente e con coraggio a Cetraro, nell’Alto Tirreno cosentino e in Calabria, per combattere e debellare la malapianta della criminalità organizzata e per affermare percorsi di legalità e democrazia».

IRTO: «È UNA SFIDA ALLA CALABRIA ONESTA» «L’ultima macabra intimidazione consumata ai danni di don Ennio Stamile indigna tutti i calabresi onesti che ripudiano la ‘ndrangheta e che si riconoscono pienamente nel pensiero e nelle azioni di Libera e del suo referente regionale». Lo afferma il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, dopo il ritrovamento di un capretto sgozzato attaccato all’automobile del sacerdote, a Cetraro. «Già in passato, don Ennio era stato il destinatario di gravi atti intimidatori. Segno, questo, del malessere con cui le forze criminali subiscono la sua opera di evangelizzazione e di impegno civile portata avanti con determinazione, non solo sul Tirreno cosentino ma in tutta la regione. Il fatto poi – aggiunge Irto – che da due anni don Ennio ricopra il ruolo di coordinatore di Libera in Calabria carica l’accaduto di maggiore gravità sul piano simbolico. Colpire don Ennio, infatti, significa non solo tentare di condizionare una personalità fortemente esposta sul fronte dell’antimafia, ma lanciare un messaggio di aperta sfida all’intera comunità calabrese che non accetta il giogo mafioso e che lavora ogni giorno per costruire un futuro di libertà e democrazia. A don Ennio Stamile rivolgo un forte messaggio di solidarietà e vicinanza, stringendo in un unico abbraccio ideale – conclude il presidente del consiglio regionale – anche don Luigi Ciotti e tutti i volontari che, sotto le insegne di Libera, si oppongono alle mafie e danno un contributo straordinario per il progresso della Calabria».

DON CIOTTI: «ANDIAMO AVANTI» «Ancora una grave atto intimidatorio che sollecita le nostre coscienze ad essere più vigili e che ci richiama a sentire sempre prepotente dentro di noi il morso del più, del dare e impegnarci di più. La strada da percorrere nella lotta alla criminalità organizzata ed alle illegalità è ancora lunga ed ognuno, la politica, le istituzioni, i cittadini, è chiamato a fare la propria parte». Lo sostiene, in una nota, don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera, in relazione all’ intimidazione compiuta ai danni di don Ennio Stamile, coordinatore Libera Calabria. «Resistere – aggiunge don Ciotti – vuol dire esserci, fare, assumerci la nostra quota di responsabilità. Perché il problema più grave non è tanto chi fa il male, ma quanti guardano e lasciano fare. Siamo vicini a Don Ennio e andiamo avanti, senza paura e senza alcuna esitazione, consapevoli che il nostro impegno non subirà alcun cedimento».

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