ROMA «Propongo a tutti i partiti di sottoscrivere un patto pubblico contro l’appoggio elettorale dei clan. E aspetto le loro risposte». Lo chiede il ministro dell’Interno, Marco Minniti, intervistato da L’Espresso. Nell’ultimo anno il ministero sotto la guida di Minniti ha sciolto 21 comuni per infiltrazione mafiosa, la maggior parte in Calabria e in Campania, ma anche al Nord. Nelle ultime settimane ci sono stati i casi del municipio romano di Ostia : «Non chiedo una dichiarazione generica – chiarisce il ministro – una frase in un’intervista buttata lì. Chiedo ai capi dei partiti di sottoscrivere in modo solenne una carta, un patto pubblico, in cui si impegnano a non chiedere e a non ricevere appoggio elettorale dalle mafie. Lo chiedo a tutti e mi aspetto che firmino tutti». «In una democrazia – spiega – non può esistere l’alternativa secca: o liste bloccate o liste condizionate, o i partiti scelgono al posto degli elettori o il voto è inquinato dalle mafie. Io mi rifiuto di pensarla così. Il collegio consente agli elettori di scegliere un candidato, una persona, ma i partiti devono mettere in campo gli anticorpi, devono candidare persone che non siano condizionabili dai clan. Le forze dell’ordine e la magistratura fanno il loro lavoro, ma la politica non può limitarsi ad aspettare la magistratura, deve arrivare prima. È in gioco la credibilità della democrazia».
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