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Disastro ambientale a Rende, D'Ippolito chiede l'abbreviato

COSENZA Dopo la costituzione formale della scorsa udienza, questa volta è il giudice di udienza preliminare ad ammetterle al giudizio. Al procedimento che riguarda il disastro ambientale causato da…

Pubblicato il: 10/01/2018 – 14:22
Disastro ambientale a Rende, D'Ippolito chiede l'abbreviato

COSENZA Dopo la costituzione formale della scorsa udienza, questa volta è il giudice di udienza preliminare ad ammetterle al giudizio. Al procedimento che riguarda il disastro ambientale causato dalla Legnochimica di Rende sono state ritenute valide di tutela le posizioni di Gf Cars e Gf Motors, rappresentate dall’avvocato Tropea, quella della signora Mena Iorio, difesa dagli avvocati Ferro e Filippelli, quella del signor Antonio Morrone, difeso dall’avvocato Tenuta e in ultimo della Lega Ambiente Calabria rappresentata dall’avvocato Ambrosio. Respinta la richiesta di costituzione di parte civile dell’associazione Crocevia. Il giudice Piero Santise ha rinviato alla prossima udienza del mese di marzo la discussione del collegio dei difensori, riservandosi anche per il prossimo mese di marzo di decidere sulla richiesta di giudizio abbreviato presentato dall’avvocato Nicola Carratelli difensore di fiducia l’ex assessore all’ambiente Francesco D’Ippolito. 

L’INQUINAMENTO Sono passati quasi due anni dalla chiusura delle indagini da parte della Procura della Repubblica di Cosenza. Gli imputati Marcello Manna (sindaco di Rende), Pasquale Bilotta (liquidatore e commissario della società Legnochimica), Francesco D’Ippolito (ex assessore all’ambiente del comune di Rende) e Francesco Azzato (responsabile ufficio tecnico comunale) attendono l’esito delle udienze preliminari per capire gli esiti della loro sorte giudiziaria, rispondono di omessa bonifica e disastro ambientale. Il sostituto procuratore Marisa Manzini nel corso delle udienze sta facendo produzione di ulteriori prove documentali che attestano e certificano tutta l’attività dell’impianto accusatorio realizzato nel corso della ricerca delle indagini. Tra i primi mezzi di prova la commissione di analisi che avevano l’obiettivo di accertare il livello di inquinamento dell’ex Legnochimica. I controlli dei consulenti hanno riguardato i laghi e i pozzi dell’area in cui non sono mai state eseguite operazioni di bonifica o messa in sicurezza. L’area, negli anni, è stata periodicamente interessata da fenomeni di incendio, dovuti alla combustione dei rifiuti che hanno sprigionato nell’aria sostanze tossiche. Un fenomeno che non è passato inosservato e che ha visto la denuncia in passato di amministratori e cittadini. I capi di accusa, troverebbero fondamento, nel comportamento “negligente” tenuto dagli imputati.

Michele Presta
redazione@corrierecal.it

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