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Asp di Cosenza, Mauro: «Col “caso Filippo” non c’entro nulla»

COSENZA Il «lamento» di Massimo Scura circa una presunta «inopportunità del conferimento di un incarico apicale a una persona condannata in via definitiva per truffa all’Asp» è oggetto di un rispos…

Pubblicato il: 11/01/2018 – 14:34
Asp di Cosenza, Mauro: «Col “caso Filippo” non c’entro nulla»

COSENZA Il «lamento» di Massimo Scura circa una presunta «inopportunità del conferimento di un incarico apicale a una persona condannata in via definitiva per truffa all’Asp» è oggetto di un risposta del direttore generale dell’Azienda sanitaria bruzia, Raffaele Mauro. Il caso arriverà presto sugli schermi di Italia Uno (se ne occuperanno Le Iene, come vi abbiamo raccontato qui) ed è oggetto della tenzone burocratica sull’asse Cosenza-Catanzaro. 
Mauro riassume la vertenza e spiega che nulla avrebbe potuto fare per evitare quello che pare un premio inopportuno ma in realtà, secondo il manager, è semplicemente il risultato dell’applicazione delle norme. 
Il dg inizia dal 28 ottobre 2013: in quella data, l’allora direttore generale pro tempore «ricollocava il dottor Pietro Filippo in qualità di “direttore dell’Unità operativa complessa Gestione integrata residenzialità e non autosufficienza/criticità/fragilità” nell’ambito del distretto sanitario Cosenza-Savuto. Il rapporto ha trovato compiuta disciplina nel contratto individuale di lavoro, sottoscritto il 26 febbraio 2014». 
Le date, in questa storia, sono importanti. Oltre a quelle già citate, c’è la data della sentenza con la quale Filippo è stato condannato (nel giugno 2012). I due atti finiti nel mirino di Scura (e de Le Iene) hanno un tratto in comune: Mauro, a quei tempi, non era al timone dell’Azienda sanitaria provinciale. È vero che «all’epoca della commissione dei fatti e della conoscenza delle ipotesi di reato, acquisiti dalla direzione generale pro tempore, nessuna iniziativa è stata adottata», ma il responsabile non può essere l’attuale direttore generale. Che aggiunge, nella missiva a Scura, un altro particolare. Il comportamento del suo predecessore, infatti, avrebbe precluso anche il suo eventuale intervento («ho ereditato una situazione di fatto non modificabile»). Lo prevedono, secondo Mauro, le «norme previste dal Regolamento disciplinare area Dirigenza sanitaria, approvato con delibera numero 5211 del 23 ottobre 2010, che richiama le leggi nazionali in materia». 
«Anche tale delibera – specifica ancora il dg – è stata adottata da altro direttore generale». Mauro dice anche un’altra cosa. Spiega, cioè, di aver inviato all’ufficio Provvedimenti disciplinari tutto l’incartamento riguardante Filippo «all’esito della sentenza della Corte di Cassazione». E la risposta, arrivata il 4 agosto 2016, non pare lasciare margini di manovra: «L’evento si è consumato nell’anno 2010 e in base al regolamento aziendale e al decreto legislativo numero 165 del 30 gennaio 2011, non essendosi negli anni pregressi aperto alcun procedimento disciplinare, non è più possibile avviare alcun procedimento». Impossibile, dunque, intervenire sul “caso Filippo”. È per questo che il dg lo ha ricollocato nell’Unità operazione complessa Tutela anziani e disabili lo scorso 20 novembre: è semplicemente il suo vecchio posto, acquisito grazie all’inerzia delle passate direzioni generali. 

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