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Sequestrato un ecomostro sulle colline crotonesi

  CROTONE Sarebbero probabilmente diventati appartamenti di lusso quattro capannoni, non ancora ultimati, costruiti sulla sommità di una collina in località Reina a Crotone, sequestrati questa matt…

Pubblicato il: 12/01/2018 – 12:30
Sequestrato un ecomostro sulle colline crotonesi

 

CROTONE Sarebbero probabilmente diventati appartamenti di lusso quattro capannoni, non ancora ultimati, costruiti sulla sommità di una collina in località Reina a Crotone, sequestrati questa mattina dai carabinieri forestali su ordine della Procura cittadina. Il provvedimento è stato emesso dal gip Michele Ciociola, su richiesta del pm Gaetano Bono, titolare delle indagini. I quattro capannoni, autorizzati per la lavorazione di prodotti agricoli, secondo gli inquirenti, erano con molta probabilità destinati ad una trasformazione in appartamenti con vista mozzafiato sul golfo di Crotone da rivendere a facoltosi acquirenti. Non a caso, secondo la Procura crotonese, i lavori sono fermi sin dal 2010 e nessun intervento per attrezzare gli immobili è stato mai avviato. «Peraltro – è scritto in una nota della stessa Procura – la loro mancata ultimazione rende ancora più indigeribile l’intervento edilizio, che ben si merita il nome di ecomostro, se si considera che non ci sono altri edifici intorno e dunque deturpa lo skyline della zona rompendo l’omogeneità del profilo caratterizzato dal susseguirsi ininterrotto delle dolci sommità delle colline. E, guardando l’orizzonte sia dalla ss 106 sia dal mare, i quattro capannoni hanno l’effetto di un pugno allo stomaco». Come già era avvenuto in occasione del sequestro di un altro complesso edilizio, il Marine Park Village di Punta Scifo, anche in questo caso è stato contestato il reato di lottizzazione abusiva «compiuta – scrive la procura – con la complicità dei dirigenti comunali che nell’anno 2006 (con proroga nel 2010) hanno rilasciato un permesso di costruire omettendo di considerare che il progetto era privo del “piano di utilizzazione aziendale”, indispensabile per l’autorizzazione a nuove costruzioni in zona agricola». Nel registro degli indagati sono state iscritte sei persone: due dirigenti comunali, il progettista e direttore dei lavori e i tre titolari del permesso di costruire, committenti dei lavori.

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