La questione relativa ai fondi ex Gescal tiene banco da oltre 15 anni come spesso accade, la nostra classe politica riesce a vedere questo come opportunità per accrescere il proprio potere politico. È dal 2010 che in solitudine, assieme a qualche giornalista coraggioso, denunciamo questo vergognoso saccheggio perpetrato ai danni dei calabresi che vivono il dramma dell’emergenza abitativa, e dei lavoratori stessi a cui sono stati trattenuti i soldi in busta paga.
La Regione Calabria disponeva di un fondo “edilizia sovvenzionata” che, appena destinato dal Ministero alla Regione, nel 1995, ammontava a poco più di 277 milioni di euro. Nella ripartizione delle risorse complessive fu stabilito di destinare il 25% per degli interventi denominati “Programmi di Recupero Urbano”.
I fondi “ex gescal” provenienti dalle trattenute dei lavoratori dovevano essere utilizzati per la costruzione di edifici di edilizia residenziale pubblica, per la manutenzione di quelli esistenti e la riqualificazione delle zone circostanti.
Il sacco dei fondi ex gescal ha il via, quindi, nel 1994 quando Pino Gentile ricopriva l’incarico di assessore ai Lavori pubblici della Regione Calabria. In pratica si decise di utilizzare i fondi anche per costruire altro oltre alle case popolari. Fin qui potrebbe anche starci, ma quando i Pru sono destinati a zone che nulla a che vedere con l’edilizia popolare la misura si colma.
Il 15 aprile 2016 la giunta presieduta da Mario Oliverio, al termine dell’operazione di ricognizione dei fondi, ha comunicato che dei rimanenti 97 milioni di euro ne sono rimasti meno di 6 milioni, solo briciole.
Tra fondi regalati ai privati con programmi di dubbia ricaduta sulle fasce meno abbienti della popolazione, una distrazione di fondi e l’altra, apprendiamo che anche il Ponte di Calatrava (opera inutile e che non risponde a nessun bisogno reale di chi vive il territorio), è stato costruito utilizzando una parte dei fondi ex Gescal, tramite i Pru. Quindi all’epoca, quando Giacomo Mancini tirò fuori dal cilindro il ponte di Calatrava, tutti sapevano che non erano interventi destinati a favorire o migliorare aree destinate all’edilizia residenziale pubblica.
Quando denunciamo le malefatte che avvengono nella nostra terra siamo abituati da sempre a fare nomi e cognomi. Se i soldi destinati all’edilizia residenziale pubblica sono serviti a rimpinguare le tasche di burocrati e dirigenti, ad aumentare bacini clientelari e a finanziare opere inutili la responsabilità principali è di gente come i fratelli Gentile supportati da tecnoburocrati “sempreverdi” come il “vecchio” Domenico Pallaria e la “giovane” Marisa Giannone.
E non si sentano esclusi da colpe o assolti il governatore Oliverio e il sindaco Occhiuto. Siete ceto politico e la continuità e responsabilità politiche e amministrative sono sotto gli occhi di tutti.
La Regione Calabria, da sempre, più che un ente pubblico è un carrozzone, in cui ognuno persegue obiettivi distanti ed opposti alle necessità dei calabresi. Non abbiamo paura di affermare che il disinteresse verso i bisogni della gente, delle fasce più deboli è stato ed è totale, l’emergenza abitativa continua a rappresentare solo un bisogno da sfruttare per cementificare il nostro territorio, rimpinguare le tasche dei palazzinari e dimostra, chiaramente, non tanto l’incapacità di mettere in campo politiche strutturali per risolvere il problema, quanto la mancanza assoluta di volontà.
Per noi è l’ennesimo sfregio della malapolitica nei confronti dei bisogni della collettività.
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