CATANZARO «Una Regione che fa acqua da tutte le parti. Numeri in negativo da far accapponare la pelle. Solo annunci, parole e inefficienza. Turismo fermo all’anno zero». Da un gruppo di operatori turistici calabresi, che si sono riuniti qualche giorno fa in un noto hotel di Cosenza, arrivano parole al vetriolo. Gli imprenditori partono da una percezione negativa del lavoro svolto dalla giunta. Dopo più di tre anni di legislatura, il governo regionale targato Mario Oliverio non ha affatto dato segni di rilancio per un comparto molto importante come quello turistico. È un’opinione che condividono nonostante l’aumento dei flussi, dovuto a fattori esogeni quali la pubblicità su riviste internazionali. Per loro «la Calabria non decolla in quello che potrebbe essere il primo fattore di rilancio del territorio. A dispetto di altre regioni limitrofe che, al contrario, fanno registrare grandi numeri in termini di affiancamento al sistema imprenditoriale. La politica è assente nei riguardi del nostro settore – spiegano –. Se non si incentivano le iniziative strutturali questi numeri non si registreranno nei prossimi anni perché la Calabria non è ancora dotata di un’offerta turistica in linea con il fabbisogno richiesto dal mercato. Basti pensare che l’unico bando emesso dalla Regione Calabria è quello relativo all’avviso pubblicato con Decreto numero 9833 del 7 settembre 2017 con una dotazione finanziaria assolutamente insufficiente».
Gli operatori, quindi, non nascondono la loro amarezza a causa dell’inesistenza di una politica incentivante capace di generare sviluppo. «Eppure – dice un albergatore silano – lo stesso Altopiano, che non ha nulla da invidiare al Trentino Alto-Adige, non viene valorizzato da anni. Avevamo riposto nel governatore Oliverio massima fiducia in campagna elettorale, vista la sua provenienza da un Comune facente parte del comprensorio montano. Siamo delusi e sfiduciati. La Sila e le sue ricchezze rappresentano grandi opportunità di lavoro e di crescita. Al contrario, si assiste con assoluta indifferenza, ad immagini di carovane di giovani che sono costretti ad emigrare all’estero per poter lavorare e crearsi un futuro. Tra l’altro, anche gli impianti sciistici di Lorica che dovevano essere collaudati entro metà dicembre, ancora oggi sono fermi. E si spargono voci preoccupanti sul collaudo». Proprio su Lorica si sono concentrate le maggiori perplessità. Gli imprenditori, infatti, hanno denunciato il totale abbandono della località turistica.
Lo scenario descritto è raccapricciante: dal lungo lago disastrato e non urbanizzato, al centro olimpico di canottaggio mal gestito da anni e in stato di degrado per mancanza di manutenzione, l’assoluta assenza di strutture ricettive e di posti letto indispensabili per accogliere una futura clientela, rifiuti e spazzatura sulle strade. «Sarebbe il caso di invertire la tendenza – concludono gli operatori – ma non vediamo vie di uscita. Da una legislatura all’altra nulla è cambiato. La Calabria, inoltre, è una Regione che non punta nei grandi progetti di investimento. Imprenditori qualificati tentano di realizzare importanti programmi ed iniziative in campo turistico da anni. Ma dai governi regionali che si sono succeduti, solo promesse e canti di sirene. Basti vedere la regione Campania, che da fanalino di coda, oggi traina l’intero sud Italia. Ci chiediamo quali siano le reali intenzioni di questa amministrazione regionale, visto che ad oggi la classe imprenditoriale non ha ricevuto alcun sostegno».
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