VIBO VALENTIA La requisitoria del pm Filomena Aliberti nel processo sull’omicidio del commercialista di Spadola Bruno Lacaria si è conclusa con una richiesta di condanna a 21 anni di reclusione per l’imputato, il commerciante 47enne Giuseppe Zangari. Il processo, in corso dinanzi al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Vibo, si sta svolgendo con la formula del rito abbreviato. La prossima udienza, a conclusione del dibattimento odierno, è stata fissata per il 30 gennaio.
Zangari è accusato dei reati di false dichiarazioni rese al pubblico ministero e dell’omicidio dell’amico e compare d’anello Bruno Lacaria, del quale, dalla mattina dell’8 febbraio 2017 per diversi giorni si era persa ogni traccia. Solo dopo tre settimane, dopo aver simulato – secondo l’accusa – un’aggressione con la quale due ignoti lo avrebbero costretto a bere del pesticida, Zangari si era convinto a consegnare agli inquirenti la propria verità. Il 47enne, a venti giorni esatti dalla scomparsa, il 28 febbraio, si è infatti recato spontaneamente alla caserma dei carabinieri di Serra San Bruno per confessare il delitto. Nell’occasione lo stesso Zangari aveva anche indicato il luogo dove, alcune ore dopo, sarebbe stato rinvenuto il corpo di Lacaria ricostruendo la dinamica che, a suo dire, lo avrebbe portato a colpire Lacaria con un bastone al culmine di una lite. Il bastone, però, non è stato mai ritrovato dagli inquirenti che anche nei giorni successivi al rinvenimento del cadavere avevano continuato a battere il presunto luogo del delitto, un’area boscata nel territorio compreso tra i comuni di Brognaturo e Cardinale.
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