REGGIO CALABRIA I clan calabresi e siciliani che per lungo tempo hanno lavorato alla “stagione meridionalista”, la strategia portata avanti dal ‘91 al ‘93 che mirava alla separazione di Calabria e Sicilia dal resto d’Italia, nel ‘94 hanno cambiato tattica e puntato su Forza Italia. È quanto emerge dalla deposizione dell’ufficiale Michelangelo Di Stefano della Dia, che sta testimoniando al processo ‘Ndrangheta stragista. «Intorno al 1994 va scemando l’interesse dei Graviano prima e di Brusca poi nel progetto delle leghe regionali, perché entrambi erano più interessati alla costruzione di Forza Italia», spiega l’ufficiale. «Anche Bagarella – continua Di Stefano – con il tempo ha rinunciato al progetto e si è allineato con Provenzano e i Graviano che erano già orientati su Forza Italia».
I clan avevano dunque necessità di travasare i consensi e le risorse convogliate su Sicilia Libera nella nascente Forza Italia. «A Palermo se ne è occupato Edoardo La Bua, che era responsabile del circolo Forza Italia – Sicilia Libera», spiega ancora l’investigatore.
La stagione meridionalista, tuttavia, non è l’unico progetto eversivo che abbia visto lavorare gomito a gomito ‘ndrangheta e mafia siciliana. Dal dopoguerra in poi, e in particolare a partire dagli anni Settanta, i clan siciliani e calabresi hanno partecipato a progetti eversivi, che vedevano la partecipazione di pezzi di apparati istituzionali, massoni e uomini della galassia neofascista legata ad Ordine nuovo. «Anche nei moti di Reggio – dice ancora Di Stefano – è emerso l’interesse dei clan siciliani».
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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