Ultimo aggiornamento alle 11:14
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 6 minuti
Cambia colore:
 

«Per l'aeroporto di Crotone l'unica strada è Ryanair»

Sono rimasto esterrefatto nel leggere le dichiarazioni del mondo politico ed istituzionale provinciale e regionale e della Sacal, susseguitesi alla disdetta dei voli da parte della FlyServus dall’a…

Pubblicato il: 19/01/2018 – 6:51
«Per l'aeroporto di Crotone l'unica strada è Ryanair»

Sono rimasto esterrefatto nel leggere le dichiarazioni del mondo politico ed istituzionale provinciale e regionale e della Sacal, susseguitesi alla disdetta dei voli da parte della FlyServus dall’aeroporto di Crotone per carenza di prenotazioni. A “stupirmi” è stato lo “stupore” che ha “stupito” queste personalità. Ma era davvero così imprevedibile che ciò accadesse? Fin dal primo momento ho avuto la convinzione che la strada intrapresa fosse senza prospettive e che per constatarne i limiti sarebbe stato solo una questione di tempo.
Devo prendere atto che il tempo è stato inferiore a quello che immaginavo. Nella mia lunga esperienza sindacale ed istituzionale non mi è mai capitato di incontrare un imprenditore vocato a rimetterci. Chi investe vuole guadagnare. Magari non ci riesce, sbaglia i calcoli, fallisce, ma il suo obiettivo è guadagnare. Come era possibile, domando, che FlyServus potesse svolgere un’attività che si sarebbe rivelata perdente da subito? Rimango basito, poi, nel leggere che il sindaco di Crotone, non un comitato spontaneo di cittadini, ha indetto una manifestazione davanti all’aeroporto di Lamezia e, se necessario, propone di marciare anche su Roma. Qualcuno avrebbe detto “e che c’azzecca?”.
Lo stesso sindaco, poi, minaccia azioni legali contro tutti, a cominciare da Sacal, la quale a sua volta minaccia azioni legali contro la compagnia inadempiente, parlamentari di primo piano e politici vogliono sapere cosa è successo, chiedono la verità. Roba da matti. Qui, se si volesse agire per davvero, bisognerebbe procedere nei confronti di tutti coloro che hanno avallato quel percorso, nessuno escluso, per “incauto acquisto” e non perché il servizio acquistato avesse una provenienza illecita, ma semplicemente perché quel servizio non poteva palesemente essere offerto nelle condizioni date. Ecco perché considero surreale e spropositata la reazione e lo spettacolo cui abbiamo assistito e stiamo ancora assistendo e che evidenzia, invece, la “sprovvedutezza” con la quale l’intera vicenda dell’aeroporto di Crotone viene affrontata da almeno un anno e mezzo. Parlo di “sprovvedutezza” perché non condivido la caccia al responsabile, la caccia al nemico di Crotone, che pervade l’intero dibattito e che angustia i cittadini crotonesi. Errori ne sono stati compiuti tanti, ma tutti i soggetti coinvolti vogliono fortemente che la vicenda si concluda positivamente. Di questo sono convinto e vorrei che se ne convincessero tutti i crotonesi, abbandonando quel vittimismo suicida che li pervade. A mio modesto avviso, e per esperienza vissuta, il problema lo si sta affrontando in un quadro deformato, con forzature prive di senso e senza sbocco, ripetendo errori già commessi in passato che occorrerebbe non ripetere.
Proverò allora a chiarire il mio punto di vista. La prima, fondamentale, considerazione da fare è che il bacino naturale su cui insiste l’aeroporto di Crotone, per popolazione, circa duecentomila abitanti, e per condizione economica, non può garantire in sé, neppure lontanamente, l’economicità di un aeroporto. Da qui bisogna partire se si vuole affrontare con serietà il problema. Sostenere il contrario è velleitario, fuorviante e genera pericolose illusioni. Cosa significa ciò? Che bisogna rinunciare all’aeroporto? Assolutamente no. E non perché si pretende questo “lusso”, ma semplicemente perché la condizione del Crotonese, in termini di mobilità, è talmente grave che pensare di rinunciare all’unica infrastruttura di trasporto immediatamente e pienamente fruibile sul territorio sarebbe un errore imperdonabile. Allora cosa bisogna fare? Le strade sono due, inutile cercare una terza. Se il bacino naturale è piccolo occorre provare ad allargarlo. Per allargarlo occorre offrire condizioni di volo che giustifichino l’arrivo di utenza esterna al bacino naturale. Ciò può avvenire solo se si riesce a convincere una solida compagnia di volo low-cost, tipo Ryanair, a volare su Crotone.
So che in questo momento, e dopo l’errore commesso a novembre 2016 quando si rifiutò l’offerta di quella compagnia, non è facile, anche per la delicata situazione che la stessa sta attraversando, ma bisogna insistere. Crotone potrebbe essere molto funzionale alle loro politiche aziendali. Se la strada dell’allargamento del bacino di utenza, con una solida compagnia low-cost, non fosse praticabile, allora bisogna puntare a rendere comunque remunerativi per le compagnie i voli su Crotone. Come? Solo finanziando la compagnia in modo da garantirle un adeguato margine di guadagno per ogni volo, prescindendo dal numero di passeggeri trasportati. Occorre, quindi, che qualcuno si faccia carico di questo onere. Chi può farlo? Nel nostro caso solo il Pubblico. So bene che da quando il mercato del trasporto aereo è stato liberalizzato c’è molta attenzione sugli aiuti di Stato, ma proprio per questo l’Europa ha messo in piedi gli “oneri di servizio nel trasporto aereo” per quelle aree che non hanno garantita la continuità territoriale. Crotone, e mi verrebbe da dire purtroppo, ha tutti i requisiti richiesti per accedere a questa possibilità. Non è semplice, conosco la complessità e la difficoltà di quel percorso. Non mi illudo e non illudo, come è mia abitudine, ma, sinceramente, non vedo altra strada praticabile con la richiesta serietà. Conosco bene quel percorso, che risulta ulteriormente complicato dall’attuale situazione del settore aereo, ma fu quello che consentì, al sottoscritto ed al compianto Romeo Fauci, di superare la chiusura dello stesso aeroporto nel 2008 e di garantire tre anni di tranquilla attività volitiva con Alitalia, all’epoca della giunta Loiero.
L’errore che nel 2010 si fece, e di cui ancora oggi si pagano le conseguenze, fu proprio quello di affidarsi a compagnie improvvisate, di cui nessuno ricorda più il nome a causa della brevità della loro attività, tralasciando l’iter per gli oneri di servizio, che fu poi ripreso, con colpevole ritardo, quando fallirono le altre strade, ma senza successo anche a causa della situazione di stallo in cui era nel frattempo finita la nostra compagnia di bandiera. Oggi non è facile acquisire la disponibilità di una solida compagnia aerea, ma contestualizzando entrambi i percorsi che ho descritto ed i bandi, con le relative risorse, che la Regione Calabria ha messo in atto per favorire le attività volitive da e per la Calabria, qualche opportunità in più potrebbe concretizzarsi. Lasciamo stare, perciò, per favore, le sceneggiate populistiche e concentriamo ogni sforzo nella giusta direzione e, soprattutto, non alimentiamo quell’inutile clima di caccia alle streghe, che non giova a nessuno, tanto meno alla soluzione del problema.

*già assessore regionale, presidente onorario ProDem

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x