REGGIO CALABRIA Si è tenuta stamattina, in Prefettura, la seduta di insediamento del Comitato metropolitano di Reggio Calabria, co-presieduto dal prefetto Michele di Bari e dal sindaco della Città metropolitana, Giuseppe Falcomatà. Al Comitato hanno partecipato i componenti del Consiglio metropolitano, i sindaci della Città Metropolitana, il Commissario regionale dell’Aterp, il Questore ed i Comandanti provinciali dei carabinieri e della guardia di finanza. «Il Prefetto, aprendo i lavori – è detto in un comunicato della Prefettura – ha illustrato le finalità del Comitato metropolitano istituito con la legge n. 48 del 18 aprile 2017 quale strumento privilegiato per la sicurezza urbana, deputato ad assicurare “l’analisi, la valutazione e il confronto sulle tematiche di sicurezza urbana relative al territorio della Città metropolitana”. Di Bari ha sottolineato, altresì, il carattere di promozione sociale dell’organismo, che affronterà tematiche connesse alla vivibilità e al decoro all’interno dell’area metropolitana, spesso connotata da marcati fenomeni di conurbazione, alla ricerca di soluzioni condivise e per sviluppare sinergie nel campo dell’housing pubblico, disincentivando condizioni di illegalità».
Nel suo intervento il sindaco Falcomatà ha fatto riferimento, in particolare, alle innovazioni introdotte dal cosiddetto “pacchetto Minniti” che ha attribuito ai sindaci nuovi poteri e specifiche competenze in materia di sicurezza urbana con particolare riferimento alle politiche abitative di prevenzione e repressione del fenomeno dell’occupazione arbitraria di immobili. «Il Comitato – ha dichiarato di Bari – vuole rappresentare il luogo in cui convergono le istanze delle istituzioni locali e in cui si possono sviluppare stabili sinergie e forme di collaborazione, nel rispetto delle specifiche competenze. Quanto più il dialogo interistituzionale è stretto, tanto più è possibile dare risposte concrete alle problematiche del territorio e alle istanze dei cittadini. Realizzando un sistema di partenariato, che affianchi e integri le politiche dell’ordine pubblico con le politiche sociali, è possibile creare presupposti di stabilità e coesione sociale».
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