IN PRIMO PIANO | Banche, continua la “guerra” di De Masi

LAMEZIA TERME Nino De Masi vive a Rizziconi, nella Piana di Gioia Tauro, fa l’imprenditore e vive sotto scorta da quando ha denunciato le estorsioni subìte dai clan della ‘ndrangheta. Poco prima di Natale il boss del suo paese, Teodoro Crea, e il figlio Giuseppe, sono stati condannati a 12 e 8 anni di carcere per estorsione aggravata dalle modalità mafiose. L’inchiesta è partita proprio dalle denunce dei De Masi (padre e figlio), e Nino nei giorni successivi alla sentenza ha dichiarato al Corriere della Calabria: «Non sono un eroe, ma statemi vicino». Sulla scia di quell’appello, De Masi è ospite della puntata di In Primo Piano in onda stasera alle 20 su L’altroCorriere tv (canale 211 del digitale terrestre e diretta streaming su laltrocorriere.it).
L’imprenditore spiega che le sue parole sono in realtà cadute nel vuoto, poiché nessuna risposta concreta è arrivata dopo il messaggio lanciato dalle colonne del Corriere della Calabria. Anzi, a Rizziconi Nino De Masi continua ad essere trattato «come un appestato». «Io sono considerato infame perché ho denunciato – spiega – ma quelle persone sono state condannate dalle loro stesse azioni». La sua battaglia di resistenza però non è solo contro la ‘ndrangheta: altrettanto lunga e logorante è la “guerra” contro le storture del sistema bancario, una lotta che «sta ancora andando avanti». L’imprenditore comunque ribadisce di non considerarsi «un simbolo né un personaggio», ma nonostante ciò rivela di aver ricevuto, in vista delle prossime elezioni politiche, «una proposta di candidatura molto allettante». Proposta però rifiutata: «Non è il mio mestiere. Voglio solo continuare a fare il mio lavoro e voglio farlo nella mia terra».