COSENZA Grandi nomi della cultura italiana il 26 gennaio al Liceo Classico “Telesio” di Cosenza per l’intitolazione della Biblioteca della scuola a Stefano Rodotà. Interverranno oltre a Carla Rodotà, moglie dell’insigne giurista, anche Franco Gallo, presidente dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani e presidente emerito della Corte Costituzionale, Vincenzo Luberto, procuratore aggiunto coordinatore della Dda Catanzaro, Giacomo Marramao, docente dell’Università di Roma III, Nuccio Ordine, docente dell’Università della Calabria, Vincenzo Roppo, docente dell’Università di Genova, Antonella Giacoia, direttore della Biblioteca e Mariantonietta De Marco, responsabile del Fondo Antico.
Il dirigente scolastico, Antonio Iaconianni, ha così commentato: «Nel riconoscimento generale per il contributo di questo figlio della Calabria e insigne cosentino alla crescita della società civile nazionale e dei suoi valori costitutivi, la scelta è stata motivata anche dal profondo legame del professore Rodotà con il Liceo Telesio, un vincolo che ha sfidato il tempo trascorso, e che si è manifestato di recente in significativi scambi epistolari. Attraverso di essi, il celebre giurista ha inteso palesare l’affetto e il ricordo della sua scuola e degli anni della sua paideia giovanile al liceo, dove conseguì la maturità nel 1951. Aggiungo – ha continuato Iaconianni – che, per la sua alta statura umana e culturale, Stefano Rodotà rappresenta per tutti noi, nella nostra attività quotidiana di dirigenza e docenza, un sicuro modello d’interpretazione dell’Umanesimo, nella sua perenne vitalità e nel senso più profondo e autentico del termine. In tema, il riconoscimento, l’accoglienza e la condivisione, nel rispetto e nel confronto paritario con l’altro e con la humanitas di tutti e di ciascuno. Sono e debbono essere questi, del resto, i principi costitutivi della scuola, e del modo in cui essa ha il compito di interagire con i suoi allievi e con la società, in conformità ai valori fondanti della nostra Repubblica. Invero – ha concluso il preside – tale lucida e forte consapevolezza, mentre ci stringe a Stefano Rodotà, ambisce a dispiegarsi entro un ampio orizzonte, per esaltare una concezione dei saperi e dell’insegnamento che si giustifichi e si declini in una prospettiva capace di guardare lontano, oltre la “provincia del presente”, e innervare la formazione delle coscienze e del mondo di domani».
La professoressa Antonella Giacoia direttrice della Biblioteca “Rodotà” del Liceo ha aggiunto: «Sono onorata della direzione di una Biblioteca, quella del Liceo Telesio, che ha scelto di intitolarsi e darsi nome, e quindi identità, riconoscimento e identificazione, nel riferimento e ricordo di una persona, di una personalità come Stefano Rodotà. Cosentino, telesiano, ma cittadino di una patria ideale, ispirata ad una giustizia e ad un diritto, o meglio a un “sentimento del diritto e della giustizia” che interroghi e si lasci sempre interrogare dalla vita e dall’humanitas. A ciò Rodotà si riferiva in quello che è certo il suo “manifesto”, forse la sintesi più alta della vita e del pensiero dell’uomo, il recente libro “Il diritto di avere dei diritti”, un titolo suggerito da una frase della filosofa tedesca Hannah Arendt, un’espressione che Rodotà definiva “un’intuizione straordinaria da tenere sempre ben presente quando si cerca di interpretare e leggere l’attualità”. Una lettura che deve dunque considerare al suo centro, come è stato il celebre giurista, la giustizia quale “senso dell’uomo”, una sorta di “intelletto d’amore” e socialità, che Rodotà ha espresso in uno dei suoi libri per me più attraenti, anche se meno noto, “Il diritto d’amore”. Una giustizia – ha concluso la direttrice – che sia, in definitiva, ius e non lex. Un principio questo che, insieme alle altre declinazioni della cultura del nostro Umanesimo, siamo convinti possa fornire orizzonti di senso necessari e fondanti ai nostri studenti e ispirare, nel nome di Rodotà, del “bene del libro”, di un sapere, per dirla con il grande filosofo Gadamer, come unico bene che se condiviso cresce, le attività di un luogo così rappresentativo della custodia, promozione e trasmissioni di valori, come la nostra Biblioteca. Nostra, un possessivo che sia di umana condivisione».
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