Ultimo aggiornamento alle 15:33
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

Giochi sporchi sull'asse Reggio-Roma

L’ultimo miglio è sempre il più difficile da percorrere. Ed è la maledizione dell’ultimo miglio che alla fine ha azzoppato anche Matteo Renzi nel suo tentativo di realizzare, almeno in Calabria, qu…

Pubblicato il: 28/01/2018 – 17:47
Giochi sporchi sull'asse Reggio-Roma

L’ultimo miglio è sempre il più difficile da percorrere. Ed è la maledizione dell’ultimo miglio che alla fine ha azzoppato anche Matteo Renzi nel suo tentativo di realizzare, almeno in Calabria, quel rinnovamento (non tanto anagrafico quanto metodologico) che pure aveva promesso.
Ha superato le resistenze sui nomi dei principali candidati ma nulla ha potuto sui veti tesi ad azzoppare qualche competitore di piccoli e grandi capataz duri a morire. Non si spiega altrimenti la porta sbattuta in faccia  a Enzo Bruno, presidente della Provincia di Catanzaro, o il demenziale ripensamento sulla candidatura di Marco Schirripa.
Così, anche la coraggiosa e importante svolta impressa con la doppia candidatura di Antonio Viscomi (capolista nel proporzionale e antagonista di Tallini nell’uninominale a Catanzaro) viene oscurata dalla gravità di quanto accaduto sull’asse Reggio Calabria-Roma. L’episodio è noto: nel collegio uninominale Locri-Gioia Tauro il Pd sceglie di candidare Marco Schirripa, un giovane ricercatore universitario che si è fatto le ossa proprio promuovendo il dibattito politico negli atenei reggini. È un collegio difficile, i sondaggi lo danno tra quelli meno accessibili al centrosinistra. In più è un collegio dove, di fatto, a correre per il centrodestra sono in due: il candidato formale e quello virtuale.
Spieghiamo. Forza Italia candida Francesco Cannizzaro, attualmente consigliere regionale, incarico portato a casa con una cospicua dotazione di voti. Dovesse essere eletto deputato, Cannizzaro lascerebbe il posto Giuseppe Pedà ex sindaco di Gioia Tauro, cresciuto a pane e politica e ben per questo anche lui forte di un robusto peso elettorale.
Marco Schirripa, membro della direzione nazionale del Pd (incarico andato di traverso al clan di Palazzo San Giorgio, come ormai viene indicata la ristretta cerchia del sindaco Giuseppe Falcomatà), viene convocato dal duo Rosato-Boschi: «Correrai nel collegio di Gioia Tauro-Locri». Poche ore più tardi, Schirripa viene invitato a presentarsi l’indomani a Lamezia Terme, nella sede regionale del partito, per presentare alcuni documenti e firmare la candidatura.
La notizia viene ufficializzata dal comunicato della segreteria nazionale. Arrivano i primi messaggi di auguri. Arriva anche una telefonata dalla segreteria nazionale: «Scusaci tanto ma dobbiamo riequilibrare la parità di genere e quindi occorre che ti sostituiamo». Dalle parti del Nazareno, ormai, è notorio che Pinocchio lì ci ha messo casa, tuttavia questo repentino voltafaccia ha davvero dell’incredibile. La cosa è davvero sporca. Talmente sporca che nessuno ha voglia di assumersene la paternità: «Non ne so niente – giura Magorno – tutta la partita reggina è stata gestita esclusivamente da Roma». Questa volta anche Sebi Romeo appare, nella sua smentita, assolutamente credibile: «Stavolta non c’entro niente. Qualcuno ha inondato tutti di lettere e messaggini contro la candidatura di Marco. Ne ho ricevuto anch’io, non sarà difficile trovarne un paio».
In effetti Romeo, “stavolta”, non c’entra niente. A firmare sono consiglieri, sindaci di centri minori e attivisti politici. In comune hanno l’assoluta fedeltà al sindaco Falcomatà.
E che dietro l’opera demolitoria ci sia proprio il giovane sindaco, che già non aveva mandato giù la nomina di Schirripa in direzione nazionale, ci sono una serie di telefonate e messaggi a lui direttamente ascrivibili. E c’è la stizzosa reazione del suo vicesindaco Armando Neri, convinto di essere candidato nel collegio di Reggio città al punto da spedire un messaggio whatsapp che poi si affanna a rimuovere, ma non abbastanza in fretta da impedire a un bel po’ di “amici” di trarne copia. Ma soprattutto c’è Castorina, il consigliere più fidato del sindaco, quello che “fa cose, vede persone, risolve problemi…”.
Del resto, Castorina si fece carico di “risolvere” il problema sorto con l’assessore ai Lavori pubblici Angela Marcianò. Lo fece a modo suo: Falcomatà si era impegnato con Roma di non procedere oltre per almeno dodici ore, lui fece arrivare ai giornali la notizia che il sindaco aveva rimosso la Marcianò, impedendo così ogni mediazione.
I suoi sono – assicurano – i messaggi più livorosi e feroci. Non accetta ragioni. Alla fine la spunta. Un poco per l’ignavia di alcuni, un poco per l’urgenza di chiudere una partita che andava sempre più complicandosi.  Vincono i veti incrociati, perde l’entusiasmo e la freschezza di un giovane alle prese con vecchie cariatidi che pure all’anagrafe risultano giovani quanto lui.
Ma è proprio così?
Il “Caso Viscomi” fa pensare che le cose possono anche andare in maniera diversa. Il percorso sarà lungo e difficile, irto di insidie e di pericoli. Proprio per questo sarà anche un percorso che irrobustisce. Quanti avranno la forza di percorrerlo tutto, ne usciranno forti quanto basta a superare agevolmente anche “l’ultimo miglio”.

*direttore@corrierecal.it

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x