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Caso Matacena, Speziali patteggia una pena di un anno

REGGIO CALABRIA Un anno di carcere e – di fatto – l’ammissione di aver tentato di aiutare l’ex parlamentare Amedeo Matacena a sfuggire all’esecuzione di una condanna definitiva per concorso esterno…

Pubblicato il: 29/01/2018 – 15:47
Caso Matacena, Speziali patteggia una pena di un anno

REGGIO CALABRIA Un anno di carcere e – di fatto – l’ammissione di aver tentato di aiutare l’ex parlamentare Amedeo Matacena a sfuggire all’esecuzione di una condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. È questo l’accordo che ha permesso a Vincenzo Speziali, consulente catanzarese fino a oggi latitante in Libano, di chiudere con un patteggiamento il procedimento penale a suo carico. Una richiesta cui il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo aveva dato in precedenza visto favorevole e che oggi è stata accettata dal giudice, ma che non avrà riflessi solo ed esclusivamente sulla posizione di Speziali.

OBBLIGATO A PARLARE Chiamato dalle difese a testimoniare nel troncone principale del procedimento, che vede imputati l’ex ministro dell’interno Claudio Scajola, la moglie di Matacena, Chiara Rizzo, la segretaria dei coniugi, Maria Grazia Fiordalisi e lo storico factotum di Matacena, Martino Politi, adesso Speziali sarà obbligato a dire tutto quello che sa. Da testimone assistito infatti non potrà avvalersi della facoltà di non rispondere propria degli imputati di procedimento connesso, pena un’accusa di reticenza o falsa testimonianza e la conseguente apertura di un nuovo procedimento penale. Una posizione delicata la sua e potenzialmente “pericolosa”, quanto meno per alcuni degli imputati del troncone principale del procedimento, primo fra tutti l’ex ministro Scajola.

IL PIANO PER FAR FUGGIRE MATACENA Secondo la prospettazione dei magistrati (che con il patteggiamento Speziali ha di fatto confermato) il consulente calabrese è stato il trait d’union fra i massimi vertici della politica libanese – in particolare l’ex presidente Amin Gemayel, del quale ha sposato una nipote – e Scajola, all’epoca secondo l’accusa impegnato a dare un comodo rifugio ad Amedeo Matacena. Dopo mesi alle Seychelles, l’ex politico armatore era approdato in Arabia Saudita, ma secondo i piani nel giro di poco avrebbe dovuto far rotta su Beirut, dove – stando a quanto assicurato da Speziali – avrebbe goduto di un esilio dorato, con tanto di documenti che ne garantissero la piena operatività. A conferma di quanto prospettato, Speziali avrebbe anche inviato all’ex ministro una missiva autografa dello stesso Gemayel, con cui l’ex presidente libanese si mostrava disponibile alla concreta realizzazione del progetto, nonostante i ritardi dovuti alle consuete fibrillazioni politiche nel paese dei cedri.

BRUTTE NOTIZIE PER SCAJOLA Un quadro che rischia di mettere in seria difficoltà l’ex ministro Scajola, che per i magistrati del piano sarebbe stato non solo a conoscenza, ma parte attiva. Accuse che tuttavia il diretto interessato ha respinto al mittente, sostenendo di essersi semplicemente «informato della possibilità di far ottenere l’asilo politico a Matacena» all’epoca già condannato in via definitiva per concorso esterno e latitante. «Una cosa inopportuna» ha riconosciuto di recente l’ex ministro, «ma non un reato». Un’opinione che, alla luce del patteggiamento di Speziali, i magistrati di Reggio Calabria non sembrano condividere. 

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

 

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