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Fondi Gescal per la sede Aterp, chiesto il processo per 16

VIBO VALENTIA È datato 17 gennaio – ma è stato notificato lunedì mattina – il decreto con cui il gup di Vibo, Lorenzo Barracco, ha fissato per il prossimo 10 maggio l’udienza preliminare per le 16 …

Pubblicato il: 29/01/2018 – 16:54
Fondi Gescal per la sede Aterp, chiesto il processo per 16

VIBO VALENTIA È datato 17 gennaio – ma è stato notificato lunedì mattina – il decreto con cui il gup di Vibo, Lorenzo Barracco, ha fissato per il prossimo 10 maggio l’udienza preliminare per le 16 persone coinvolte nell’inchiesta sull’Aterp vibonese. Per tutti gli indagati – accusati a vario titolo di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, abuso d’ufficio in concorso, turbativa d’asta e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale – la pm Benedetta Callea ha invocato il rinvio a giudizio. 
Tra gli indagati ci sono anche l’ex commissario dell’Aterp di Vibo, Antonino Daffinà; il vicepresidente del consiglio regionale, all’epoca dei fatti assessore ai Lavori pubblici, Pino Gentile; il direttore generale del dipartimento regionale Lavori pubblici, Domenico Pallaria; l’ex dirigente del dipartimento, Antonio Capristo; il costruttore Nazzareno Guastalegname e l’imprenditore Antonino Stagno. Per loro nel luglio del 2017 è scattato il sequestro preventivo di beni per 800mila euro. Gli altri indagati per i quali il pm ha chiesto il processo sono Giuseppe Maria Romano, Emilio Minasi, Giuseppe Raffele, Luciano De Pascali, Nicola Concetto Barbuto, Vito Caglioti, Nicola Giuseppe Bosco, Giuseppe Pepe, Michele Montagnese e Serafino Fiamingo.

L’INCHIESTA La vicenda, che risale ai primi anni della giunta Scopelliti, era stata svelata dal Corriere della Calabria con una serie di articoli a partire dal novembre del 2014. Al centro di tutto c’è il tesoretto dei fondi ex Gescal, un fondo che inizialmente contava circa 277 milioni di euro di cui oggi, stando alla ricognizione effettuata dalla Regione, ne sono rimasti spendibili solo 6. L’ipotesi è che parte di questa riserva milionaria, alimentata per anni dalle buste paga dei lavoratori e destinata all’edilizia residenziale pubblica, sia stata dispersa per operazioni poco chiare, come quella al centro dell’inchiesta relativa all’acquisto della sede dell’allora Aterp vibonese.

I FONDI EX GESCAL Nel decreto con cui il gip di Vibo ha dato il via libera al sequestro del luglio scorso viene ricostruita tutta la vicenda dei fondi ex Gescal, passati nel 2001 nella disponibilità delle Regioni attraverso la Cassa depositi e prestiti (qui la ricostruzione dettagliata dell’indagine).
Secondo il gip, in tutta la vicenda si delineerebbe «una precisa, unitaria e preordinata strategia volta a far rientrare speculativamente l’immobile nel patrimonio dell’ente». Una strategia che sarebbe culminata proprio con l’acquisto dell’edificio con i fondi ex Gescal, che sarebbero stati «illegittimamente dirottati sul finanziamento di tale operazione con relativa distrazione dagli stringenti scopi istituzionali (sovvenzione edilizia economica popolare) come ribaditi costantemente dalla giurisprudenza costituzionale, in tal modo procurando un ingiusto e consistente danno all’ente e alle casse pubbliche» e «un ingiusto profitto economico» alla società di Guastalegname e Stagno per 798.026,69 euro.

s. pel.

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