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IN PRIMO PIANO | «Il progetto della ferrovia Jonica? Non esiste»

LAMEZIA TERME «C’è un progetto di depotenziamento del sistema ferroviario in Calabria». Ed è, secondo Domenico Gattuso, docente dell’università “Mediterranea”, un progetto in corso da tempo, destin…

Pubblicato il: 29/01/2018 – 16:22
IN PRIMO PIANO | «Il progetto della ferrovia Jonica? Non esiste»

LAMEZIA TERME «C’è un progetto di depotenziamento del sistema ferroviario in Calabria». Ed è, secondo Domenico Gattuso, docente dell’università “Mediterranea”, un progetto in corso da tempo, destinato a depauperare una parte dei trasporti: «Di questo passo la disaffezione ai treni crescerà. E per Trenitalia potrebbe essere un grosso risparmio in termini economici». Che i convogli calabresi non possano essere considerati d’élite non è una novità. Che la sicurezza sia a rischio neppure. Ma il quadro descritto dal docente nell’intervista che andrà in onda questa sera nella trasmissione “In Primo Piano” su l’altroCorriere tv (canale 211 dtt) va oltre la percezione quotidiana. Descrive una regione collegata male e una politica che non riesce a farsi sentire né a dare risposte. Un caso per tutti: il restyling della ferrovia Jonica: «Si parla di un investimento da 500 milioni di euro ma, davanti a questa cifra, nessuno è stato in grado di mostrarci un reale progetto. E i primi interventi tra Crotone e Catanzaro non hanno prodotto un miglioramento nei tempi di percorrenza. Eppure il piano era stato pensato per modernizzare e velocizzare la linea. È tutto molto strano e nebuloso». Succede anche per Gioia Tauro: la firma del presidente del Consiglio dei ministri sulla Zes pare la panacea di tutti i mali per il porto. «Non è così – spiega il docente –. Non credo nella Zes e soprattutto non credo nelle idee confuse che sento circolare. Non capisco che senso abbia estenderla fino all’aeroporto di Lamezia. Questi interventi hanno senso solo se sono concentrati». È un’altra delle carenze – questa è progettuale – della politica. Gattuso, che nel 2014 si candidò alla presidenza della Regione con “l’altra Calabria”, scorge un peggioramento nella qualità del personale politico: «Non credevo si potesse scendere più in basso, ma queste candidature provano che si può fare sempre peggio. Penso alla capacità di cambiare non solo partito ma anche area politica che hanno mostrato alcuni candidati». E a sinistra non va molto meglio: «C’è una difficoltà ad aggregare le forze. Avevo creduto molto nell’esperienza del teatro Brancaccio, ma gli apparati dei partiti l’hanno gestita e depotenziata. Peraltro le spaccature nate all’interno di “Liberi e uguali” sono le evidenze di una deriva che non promette nulla di buono».

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