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«In Calabria abbiamo 2 milioni di esperti di programmazione»

Fare programmazione economica non è facile! Purtroppo come un tempo in Italia avevamo 50 milioni di commissari tecnici per la nazionale, oggi in Calabria abbiamo 2 milioni di programmatori regional…

Pubblicato il: 31/01/2018 – 13:40
«In Calabria abbiamo 2 milioni di esperti di programmazione»

Fare programmazione economica non è facile! Purtroppo come un tempo in Italia avevamo 50 milioni di commissari tecnici per la nazionale, oggi in Calabria abbiamo 2 milioni di programmatori regionali. Ognuno si industria e si inventa programmatore e qualcuno riesce anche a convincere chi governa delle sue capacità facendosi affidare la programmazione delle politiche. 
Ma, purtroppo, programmatori non ci si inventa e quando si affida la programmazione a chi è digiuno del mestiere (di economista) i risultati non sono sicuramente lusinghieri.
Un esempio fulgido di cattiva programmazione è la strategia S3 della Calabria. L’idea dei Poli di Innovazione che ha caratterizzato e caratterizza la programmazione regionale nel campo dell’innovazione denota dei grossi limiti concettuali e teorici. L’idea di poli di innovazione dovrebbe rifarsi ai poli di sviluppo di Perroux (1955) e su questa via è stata seguita da altre regioni. Tuttavia l’imitazione delle politiche non sempre è una buona ricetta nella programmazione, perché non funziona come a scuola, per cui copiando dai più bravi si ottiene  generalmente un buon risultato.
Nella programmazione regionale occorre tenere conto del contesto economico e sociale e una ricetta buona per un territorio non funziona necessariamente in un altro.
I poli di innovazione o di sviluppo alla Perroux , ce lo insegna la teoria economica che bisognerebbe far studiare molto di più alla burocrazia regionale, presuppongono che vi sia un’impresa motrice, ossia un impresa in grado di far da volano alle altre. Questo modello funziona, quindi, bene in Piemonte o in Lombardia, dove le imprese motrici esistono e sono numerose, non può funzionare in Calabria dove imprese motrici non ne esistono. E un polo senza impresa motrice è come un motore senza benzina. Semplicemente non funziona. 
Aver seguito il modello del Piemonte non è stata una grande idea. La strategia S3 in Calabria piuttosto che sui poli di innovazione avrebbe dovuto puntare a creare sistema, a mettere in rete le piccole e medie imprese che avevano una domanda di innovazione, attraendo dall’esterno investitori, grandi imprese e centri di ricerca. È il modello seguito ad esempio dalla Sicilia che ha costruito una bella Strategia S3, concentrando un terzo delle risorse complessive, che sono quasi mezzo miliardo di euro, sui progetti strategici, progetti di minimo 10 milioni di euro che possono effettivamente, una volta finanziati, creare un sistema regionale dell’innovazione.
In Calabria abbiamo puntato sui poli, dando, però, tutto sommato pochi soldi, e abbiamo disperso in mille rivoli e in mille bandi a sportello, quindi, basati essenzialmente sulla velocità di cliccare sulla tastiera, le risorse per l’innovazione. 
In Sicilia si è scelta una procedura negoziata con una prequalificazione dei progetti strategici e la successiva fase negoziale che serve a selezionare migliori. Il tutto, si badi sotto il controllo e la valutazione di un Roster di Esperti Indipendenti che con procedure anonime di valutazione sui singoli progetti contribuirà a selezionare i migliori. È questo un sistema trasparente, scientifico e rigoroso. In Calabria non è stato fatto niente di simile e la procedura di valutazione è affidata a commissioni nominate da chi gestisce i programmi e che, quindi, non potranno mai avere un sufficiente grado di indipendenza, in qualche caso, forse, neanche di competenza.
Se le politiche non producono effetti alla fine la colpa nella maggior parte dei casi è della cattiva programmazione! 

*docente di Politica economica -“Mediterranea” di Reggio Calabria

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