LAMEZIA TERME Sabato 3 febbraio a Lamezia Terme (Palazzo Panariti, ore 18) il secondo appuntamento della quarta edizione della «rassegna resistente» di Casarossa40 vedrà come ospiti Vincenzo Miliucci e Graziella Bastelli, insieme ai quali «si farà il punto – si legge in una nota diffusa dal Comitato Lametino Acqua pubblica, dal Coordinamento calabrese Acqua pubblica “Bruno Arcuri” e dal Collettivo autogestito Casarossa40 – sulle lotte in difesa del territorio, dei beni comuni e per il diritto alla salute».
L’assemblea, co-organizzata dal Comitato lametino Acqua pubblica e dal Coordinamento calabrese Acqua pubblica “Bruno Arcuri”, sarà anche la tappa regionale della Carovana nazionale dell’acqua, un percorso di mobilitazione che attraverserà diversi territori per concludersi il 25 marzo a Roma con un appuntamento nazionale.
«I quotidiani fatti di cronaca – scrivono gli organizzatori – descrivono quello calabrese come un territorio “vocato” alla devastazione e al saccheggio: dalle discariche ai mega impianti (turbogas, inceneritori, biomasse, ecc.), dalle grandi opere inutili alle speculazioni immobiliari, dall’emergenza idrica (con interi quartieri senz’acqua in diverse città, tra le quali Lamezia Terme, Rende e Cosenza) a quella del ciclo dei rifiuti e del loro occultamento in ogni angolo più remoto della Regione per mano dei soliti “signori della monnezza”. Tutti interessi riconducibili a un sistema oramai collaudato che ha come unico scopo quello di mettere a valore beni comuni e servizi pubblici, facendo “cassa” sulla salute dei cittadini dentro un continuo processo di colonizzazione del nostro territorio che non conosce precedenti».
«Se i territori oggi sono i luoghi su cui maggiormente si concentrano gli effetti nefasti della crisi economica sistemica – si legge ancora nella nota – è da essi allora che bisogna (ri)partire. Non è un caso se oggi una parte importante del conflitto sociale si dispiega proprio su questo fronte: Tav, Tap, Muos, ponte, casa, acqua, mega discariche, inceneritori, ecc. Ripartire dai territori, quindi, per sostenere e promuovere processi che vedano protagoniste le comunità locali nella costruzione di mobilitazioni in difesa del territorio e della salute, per la riappropriazione sociale dei beni comuni, per una nuova economia sociale territoriale che guardi al valore d’uso anziché al valore di scambio, mettendo al centro dell’agire nuove forme di partecipazione attiva e di democrazia diretta. Un processo che dovrà vedere protagonisti tutti coloro che non vogliono limitarsi a rivendicare un “altro mondo” ma provano ad agirlo ora, nel quotidiano. Per fare ciò non esistono scorciatoie e semplificazioni perché, se è vero che la rappresentanza istituzionale non ci interessa, è altrettanto vero che il governo dei territori è un terreno di lotta e di forte conflittualità sociale, un terreno su cui agire una rottura intransigente con quanti invece intendono speculare sulle vite e sulla salute di chi vi vive».
L’assemblea proverà dunque a discutere delle lotte che attualmente interessano il territorio regionale, così come l’intero Paese: da quelle per il diritto all’abitare a quelle per il no alle grandi opere, dalle battaglie per la bonifica dei siti contaminati alla rivendicazione del diritto alla salute, dalle lotte contro le discariche e i mega impianti a quelle per la riappropriazione dei beni comuni e per l’acqua pubblica.
È per questo che l’assemblea sarà anche tappa regionale della Carovana nazionale dell’acqua. «Una scelta non dettata dal caso quella di mettere al centro del dibattito anche la crisi idrica che attanaglia oramai da mesi diverse città calabresi e che vede intere popolazioni costrette a restare senz’acqua, per esempio, dalle ore 20 in poi, per citare il caso lametino. La tappa calabrese della Carovana – fanno sapere ancora gli attvisti lametini – vuole essere un momento di confronto e di autorganizzazione per l’intera popolazione regionale e per quella lametina in particolare, che avrà come scopo l’individuazione collettiva di una soluzione al problema, fuori però dalla retorica elettoralistica che si sta consumando in questi giorni. Molte forze politiche cittadine rivendicano infatti la paternità dell’operazione della Procura su Sorical e Multiservizi e, se non fosse che a pagarne le spese sono sempre e soltanto le comunità locali, ci verrebbe da dire che la politica nostrana è passata “dalla tragedia alla farsa”. In 10 anni di lotte per il diritto all’acqua la nostra controparte è stata proprio la stessa che oggi rivendica il diritto all’acqua, sigle politiche che in un passato anche recente hanno sostenuto progetti di privatizzazione locali e regionali. Molti consiglieri comunali, alcuni dei quali “attori protagonisti” all’interno delle 240 pagine di relazione finale redatta dalla Commissione d’accesso che ha poi portato allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Lamezia Terme, una volta divenuti “liberi cittadini” hanno confezionato false soluzioni per i problemi prodotti dalla propria malapolitica cittadina. Il paradosso sta tutto qui: Lamezia è una città che continua ad essere in mano a chi, in questi anni, l’ha utilizzata come merce di scambio vendendola agli interessi di ‘ndrangheta e capitale; gli stessi che ora, ricostruendosi una improbabile verginità, provano a calcare il palcoscenico elettorale. Accogliere la Carovana all’interno dell’assemblea – è la conclusione – sarà un modo per tentare di decostruire la narrazione fasulla secondo la quale le colpe della crisi del servizio idrico sono tutte da addossare al cittadino evasore e sprecone o, ancora, all’incapacità gestionale del sindaco di turno, tacendo invece sistematicamente sulle scelte politiche locali, regionali e nazionali che puntano alla privatizzazione e al profitto. Il risultato finale è sotto gli occhi di tutti: interi territori colpiti dagli assurdi meccanismi di ricatto messi in piedi dalla Sorical SpA, una società in liquidazione dal 2012 e continuamente sotto la lente della Procura, che però continua a vessare le comunità, generando situazioni al limite in diversi contesti urbani, tra i quali, come già detto, anche Lamezia Terme».
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