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Il prete coraggio che si ribella alla discarica

CROTONE I cittadini si ribellano contro la discarica «che uccide». Don Pasquale Aceto, uno dei parroci di Papanice, sta raccogliendo nella chiesa della Pietà, del popoloso paese-quartiere di Croton…

Pubblicato il: 03/02/2018 – 14:53
Il prete coraggio che si ribella alla discarica

CROTONE I cittadini si ribellano contro la discarica «che uccide». Don Pasquale Aceto, uno dei parroci di Papanice, sta raccogliendo nella chiesa della Pietà, del popoloso paese-quartiere di Crotone, le foto di tutti i morti di cancro per farne una bacheca, da tenere affissa in chiesa. Nessuno deve dimenticare o abbassare la guardia. Secondo i cittadini ed il parroco che li ha organizzati, la malattia che tutti temono colpisce in maniera esponenziale da quando è operativa la discarica di Columbra, di proprietà dei fratelli Vrenna, che dista meno di un chilometro dal centro abitato. Nel passato sono state raccolte le firme per chiedere la chiusura dell’impianto, ma senza risultati, perché mentre era in atto l’attività la Regione Calabria ha autorizzato un ampliamento in altezza di oltre due milioni di metri cubi. A Columbra ci sono due discariche: una raccoglie i rifiuti solidi urbani, quella che è stata ampliata; l’altra serve per smaltire rifiuti pericolosi. Non avendo ottenuto risultati i cittadini guidati da questo giovane e coraggioso parroco hanno deciso di chiedere «l’installazione sul territorio di centraline per la rilevazione della qualità dell’area». La richiesta è stata inoltrata, l’altro ieri, al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, al ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, al prefetto di Crotone, Cosima Di Stani, e al sindaco della città pitagorica, Ugo Pugliese. Nella richiesta l’argomento principale è ovviamente quello della discarica, che «emana un odore nauseabondo» e che viene avvertito, prima di tutto, dai ragazzi e dai bambini che frequentano quotidianamente l’edificio dell’Istituto comprensivo del paese-quartiere. La scuola è la struttura, che in linea d’area, è più vicina alla discarica. Dall’altro lato del centro abitato, arrivano le polveri sottili della centrale a turbogas di località Santa Domenica. La seconda questione trattata nella lettera è appunto quella dell’inquinamento da polveri sottili. «Per contratto (convenzione) – si legge nella lettera – la centrale a turbo gas doveva provvedere a piantumare un numero congruo di alberi per tutelare la popolazione dalle polveri sottili, cosa che non è stata fatta». Le centraline per la rilevazione della qualità dell’aria sono indispensabili, quindi, per calcolare l’incidenza di inquinamento della discarica di Columbra e della centrale a turbo gas di Santa Domenica. Da quando è arrivato il giovane prete a Papanice le cose sono cambiate. Si è formata la coscienza civica, prima quasi del tutto assente. Nella sua chiesa si tengono anche dibattiti sui danni prodotti dalla criminalità organizzata: i parrocchiani hanno incontrato, in diverse occasioni, anche il prefetto, il procuratore della Repubblica, i rappresentanti delle forze dell’ordine. La trasformazione c’è stata, perché una delegazione di cittadini, qualche settimana fa, ha partecipato al sit-in organizzato in piazza della Resistenza a Crotone per sostenere l’attività della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Una cosa che nessuno sarebbe riuscito nemmeno ad immaginare qualche anno fa, quando su Papanice si sono accesi i riflettori della stampa per i delitti di ‘ndrangheta.

Gaetano Megna
redazione@corrierecal.it

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