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«Sta stramazzannu». E il liquame finisce nel Crati

COSENZA «Sta stramazzannu». Quando gli indagati pronunciavano queste parole, significava che nel fiume Crati si stavano sversando liquami inquinanti. I carabinieri capiscono che è la parola in codi…

Pubblicato il: 03/02/2018 – 10:02
«Sta stramazzannu». E il liquame finisce nel Crati

COSENZA «Sta stramazzannu». Quando gli indagati pronunciavano queste parole, significava che nel fiume Crati si stavano sversando liquami inquinanti. I carabinieri capiscono che è la parola in codice utilizzata e che ogni tanto veniva usata per indicare lo sversamento anche la parola «sfiorare». Nell’operazione “Cloaca Maxima” i principali indiziati sono sei. Tutti lavoratori dell’impianto di depurazione in contrada Coda di Volpe a Rende. Vincenzo Cerrone, direttore dell’impianto, Dionigi Fiorita, responsabile dell’unità operativa interna, Giovanni Provenzano, Annunziato Tenuta, Rosario Volpintesta e Luigi Valentini, tutti e quattro turnisti dell’impianto.

LA VISITA A mettere i brividi agli indagati erano le visite a sorpresa da parte dei carabinieri. Dalle conversazioni intercettate tra gli indagati emerge come si affannino affinché alla visita dei carabinieri tutto dovesse risultare in ordine e funzionante secondo legge. In qualche stralcio di conversazione i carabinieri appuntano come dai dialoghi di Fiorita con un dipendente emergesse preoccupazione per quanto stavano facendo. «Si mintissanu na cazzi i tappi ari ricchie e un rumpissinu i palli». Dice Dionigi Fiorita al tecnico Provenzano. I due stavano discutendo di una visita da parte dei carabinieri e Fiorita – riportano gli organi di pg nei documenti prodotti – stava raccomandando al tecnico di accendere un compressore per non destare sospetti.

LA GESTIONE DELL’IMPIANTO Il Consorzio Valle Crati gestisce l’impianto di depurazione. Tra le mission del consorzio, si legge nell’atto costitutivo, c’è tutta una serie di attività di tutela del territorio; di salvaguardia dell’ambiente; e infine di predisporre e gestire un complesso piano organizzativo di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi e liquidi urbani. Il depuratore “Valle Crati” viene affidato dal consorzio alla Geko spa. Attualmente l’amministrazione è affidata dal tribunale di Cosenza al custode giudiziario Andrea Manna. Il contratto di gestione della Geko è però scaduto il 31 dicembre del 2017 e attualmente operava in un regime di proroga. Nei prossimi mesi doveva essere fatta la nuova gara per l’affidamento, ma visto l’intervento della magistratura tutto è stato fermato.

Michele Presta

redazione@corrierecal.it

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